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Strage treni Andria-Corato, dipendente in udienza: «Già nel 2014 si sfiorò la tragedia»

 
Redazione online

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incidente ferroviario Bari Nord

l'immagine della tragedia

L’episodio è stato al centro dell’udienza di oggi del processo in corso dinanzi al Tribunale di Trani sullo scontro fra due treni della società Ferrotramviaria avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta fra Andria e Corato

Mercoledì 15 Gennaio 2020, 17:24

17:43

ANDRIA - Il 21 ottobre 2014, nella stazione di Andria, si sfiorò un incidente ferroviario per «invio treno senza via libera in regime di blocco telefonico». L’episodio è stato al centro dell’udienza di oggi del processo in corso dinanzi al Tribunale di Trani sullo scontro fra due treni della società Ferrotramviaria avvenuto il 12 luglio 2016 sulla tratta fra Andria e Corato, in cui persero la vita 23 persone e altre 51 rimasero ferite. A riferire la circostanza è stato in aula l'allora capostazione di Andria, che segnalò il rischio di incidente, inserito poi tra i venti «pericolati», cioè «situazioni critiche e potenzialmente dannose per la sicurezza e la regolarità della circolazione ferroviaria», confluiti in inchieste disciplinari e finiti agli atti del procedimento.

Secondo l’accusa, i vertici di Ferrotramviaria avrebbero sottovalutato il pericolo, nonostante quei venti episodi di incidenti sfiorati, segnalati tra il 2003 e il 2015, avessero evidenziato «il grave e concreto rischio per la salute». Nel processo sono imputate la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche, tra dipendenti, dirigenti e vertici di Ferrotramviaria, un dirigente del Mit e due direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria.

Nell’udienza di oggi sono stati sentiti anche altri cinque testimoni, tutti capitreno e capistazione dipendenti di Ferrotramviaria e il processo è stato poi rinviato al 5 febbraio (non più nell’aula bunker del carcere ma nella Corte di Assise di Trani), quando cominceranno le audizioni degli investigatori. Nel processo sono costituite parti civili la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, alcune associazioni e familiari delle vittime.

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