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Disabili: a Trani è un percorso a ostacoli, la testimonianza

 
Lucia De Mari

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Lucia De Mari

Disabili: a Trani è un percorso a ostacoli, la testimonianza

Donato Grande, Italia in Comune, racconta la sua gimkana fra le barriere

Martedì 17 Dicembre 2019, 10:17

Si dice che la civiltà di un paese si misura dall’attenzione che ha verso coloro che necessitano di maggiori attenzioni. E Donato Grande, delegato per Italia in Comune per i diritti umani e delle libertà fondamentali delle persona non autosufficienti o con disabilità, partendo da questa frase, è andato a visitare 18 scuole cittadine, “luogo di crescita intellettuale e fisica di tutti l’individui, luogo di democrazia per tutti, istituzione che dovrebbe garantire uguaglianza e pari opportunità a tutti” per constatarne la situazione strutturale “con un occhio attento alla piena accessibilità dei luoghi, un argomento che seppur disciplinato da una norma la L. 104/92 che orsono ha 27 anni, nel concreto presenta molteplici criticità, soprattutto se la intendiamo a 360° quindi per tutte le diverse abilità, soprattutto per le più gravi”.

Risultato: “Tutte le scuole tranne un solo edificio presentano un’accessibilità primaria di ingresso, alcune con ingressi laterali non segnalati e non pienamente fruibili se la persona con disabilità è sola. Tre sono stati gli elementi di massima criticità in termini di abbattimento di barriere architettoniche: il primo, più grave, è che nessun istituto scolastico ha delle uscite di emergenze ai piani superiori predisposte per l’uscita di una persona in carrozzina; molte anche a piano a terra presentano una molteplicità di gradini o un solo gradino”.

Secondo elemento: “L’impossibilità di raggiungere i piani superiori attraverso un ascensore o monta scale, solo alcune scuole sono dotate di questi strumenti, molte cercano di far fronte cercando di spostare tutti i laboratori (informatici, linguistici, musicali ecc.) al piano terra, con l’inserimento della classe dell’alunno con disabilità all’ ultimo piano inferiore”.
Terzo elemento: “I bagni accessibili per persone con disabilità: numerose scuole presentano un solo bagno accessibile a piano terra, soltanto alcune hanno un bagno anche al piano superiore (se raggiungibile), alcune ne sono completamente sprovviste. In un solo edificio scolastico abbiamo riscontrato l’inaccessibilità della palestra. Nessuna scuola di competenza comunale presenta un’accessibilità per i non vedenti, nessuna scuola è dotata di percorso tattile (braille)”.

L’accessibilità degli edifici scolastici come tutti i luoghi pubblici “deve essere obbligatoria non solo per i bambini che possono presentare delle disabilità ma anche per tutti gli adulti con diversa abilità che per qualsiasi motivo si trovano a dover accedere all’istituto, anche per questioni lavorative. Questo percorso l’abbiamo realizzato perché la prima cosa che faremo sarà quella di ridonare soprattutto alle persone con disabili la dignità di poter concretamente usufruire della parità di diritti, anche perché ci siamo resi conto che in molti casi con pochi soldi, molta sensibilità e un po' di impegno si possono risolvere problemi che per un diversamente abile sono montagne insormontabili nella vita di tutti i giorni e che peggiorano sensibilmente la sua qualità di vita”.

Italia in Comune, attraverso la testimonianza di Donato Grande, dalla nascita non deambulante e che si muove in carrozzina elettrica, promotore di diverse battaglie per i più “deboli”, “lavorerà affinché tutta la città e i servizi messi a disposizione siano usufruibili a tutti, attraverso strumenti che metteranno in diretto contatto il cittadino con anzianità- disabilità temporanea o permanente con l’ufficio adibito all’ascolto e al lavoro concreto. Dobbiamo prendere consapevolezza che la disabilità è un tema che interessa tutti; infatti, con l’aumento della speranza di vita e quindi dell’invecchiamento, tutti saremo oggetto di disabilità di vario tipo: motorio, intellettivo e sensoriale, tutti, giovani e anziani hanno diritto a vivere con dignità i loro anni, la dignità non si acquisisce soltanto con il mero assistenzialismo ma soprattutto coinvolgendo l’individuo in tutti i comparti della società, definendo prima l’individuo e poi la sua disabilità, per farlo diventare una risorsa per tutti, producendo reddito per se e per gli altri, e non un costo, tutto questo mediante il lavoro, strumento di affermazione della personalità nella società e strumento di crescita culturale del Paese. Gli strumenti giuridici ci sono bisogna soltanto attuarli con fermezza”.

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