Droga, condanne definitive per sette trafficanti di Andria
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Redazione online
04 Ottobre 2019
BARLETTA - «La città ha il dovere di ricordare per sempre le povere cinque vittime del 3 ottobre 2011 e l’Amministrazione comunale ha l’obbligo di richiamare alla memoria questa tragedia perché rappresenta un monito anche per i futuri amministratori affinchè si facciano rispettare tutte le norme ed evitare disastri analoghi. Purtroppo Barletta è stata teatro per tre volte di tragedie simili tra loro dovute alla mala edilizia. Il nostro è un dovere morale, civile e politico».
Con queste parole il sindaco Cosimo Cannito ha ricordato le vittime del crollo della palazzina di via Roma che costò la vita a Maria Cinquepalmi, Antonella Zaza, Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro e Tina Ceci. Alla presenza del prefetto della provincia Barletta-Andria-Trani, Emilio Dario Sensi, del senatore Ruggiero Quarto, del consigliere regionale Ruggiero Mennea, di componenti della Giunta e del Consiglio comunale, e dei parenti delle vittime, il primo cittadino ha deposto simbolicamente un mazzo di fiori sul luogo della disgrazia.
Alle 12,21, ora in cui si è consumata la tragedia, si è tenuto un minuto di silenzio in ricordo delle sfortunate vittime.
Ricordare per raccontare«Per noi ragazzi del Liceo classico, scienze umane, musicale, questa giornata rappresenta una ferita che si riapre, 8 anni fa quel maledetto crollo ha portato via una nostra compagna, che da poco aveva intrapreso il primo anno di scienze umane, con tutti i suoi sogni e progetti che si sono sgretolati come quell'edificio».
Così gli studenti del Liceo classico, musicale e delle scienze umane «Alfredo Casardi», frequentato da Maria Cinquepalmi, 14 anni, quando il crollo le ha rubato la vita e i progetti.
«Ricordare per raccontare - hanno aggiunto i ragazzi - a chi non l'ha conosciuta, chi era Maria Cinquepalmi, una delle vittime del crollo di via Roma. A lei in una cerimonia di commemorazione, presso il plesso Botticelli abbiamo dedicato i nostri pensieri arrotolandoli a pallocini bianchi fatti poi volare verso il cielo».
Il preside, professor Giuseppe Lagrasta, ha introdotto la cerimonia alla presenza degli alunni di quinta A e B e dei loro docenti. Ad esprimere parole di riflessione don Vito Carpentiere, parroco della chiesa di Santa Lucia.
Alle 12.21, ora in cui si è consumata la tragedia si è tenuto un minuto di silenzio, scandito dal suono della campanella. Sulle note dell' Ave Maria di Schubert, egregiamente interpretata da alcuni docenti del liceo musicale, il saluto «a chi non è più con noi solo con il corpo, ma continua ad esserlo con l'anima».
Giorno triste «Oggi è un giorno molto triste - ha detto il senatore Ruggiero Quarto - . Ricorre l'ottavo anniversario del crollo di via Roma, nel quale sono rimaste uccise cinque giovani donne. A tutti i loro cari rinnovo il mio cordoglio e condivido il loro dolore. La mia tristezza è poi amplificata dal fatto che queste vite in fiore siano state spezzate in un luogo di lavoro. Andar via da casa per guadagnarsi da vivere e non tornare più è una doppia pugnalata al cuore. Per mia sensibilità, professionalità e ruolo, ogni collasso dell'edificato mi scuote terribilmente, nella consapevolezza che costruire e manutenere garantendo la sicurezza è possibile. E se succedono le catastrofi vuol dire che si deroga alla sacralità della Vita a favore di beceri idoli». E poi: «Come ben noto, Barletta nella sua storia del dopo guerra ha pagato un tributo molto alto alla "mala edilizia": 8 dicembre 1952, via Magenta, 17 vittime; 16 settembre 1959, via Canosa, 58 vittime; 3 ottobre 2011, via Roma, 5 vittime. Per quel che mi consta, Barletta detiene il triste primato nazionale di crolli mortali in Italia, escludendo terremoti e alluvioni. Frutto solo del caso? In tutti i casi il denominatore comune è stata una grave sottovalutazione delle condizioni di sicurezza nella costruzione e manutenzione degli edifici. Questa triste ricorrenza deve essere un momento di riflessione per tutti, affinché ognuno per la sua parte si impegni a che non si ripetano tragedie simili. Ancor più chi occupa ruoli pubblici di responsabilità, come nel mio caso. È per questo che in Senato mi sto prodigando con tutte le mie forze a favore della sicurezza del territorio e del costruito, senza mai dimenticare il pianto di disperazione che si leva dopo ogni tragedia».
Il dolore «Sono trascorsi già otto anni da quel tragico 3 ottobre 2011, ma sono sicuro che nessuno di noi ha dimenticato l'angoscia di quella giornata - ha sottolineato il senatorte Dario Damiani -. Prima l'incredulità, poi il terrore e infine la rabbia: non poteva, non doveva succedere ancora a Barletta, la città italiana più funestata da casi di malaedilizia con un inaccettabile elenco di vittime. Nei giorni scorsi ho visitato la mostra allestita in Prefettura sul crollo in via Roma. So che è stata prorogata per il grande interesse che ha suscitato, che è stata meta di scolaresche attente a ripercorrere la documentazione di quel dramma di 60 anni fa per trarne insegnamento sull'importanza fondamentale del rispetto delle norme, che spesso può significare rispetto della vita umana in sé».
E poi: «La malaedilizia costata tante vite di nostri concittadini è la turpe conseguenza di chi antepone il proprio profitto al valore inestimabile della vita umana. Ricordiamolo sempre, interroghiamo le coscienze ogni giorno sulle nostre priorità valoriali, non solo in occasione di commemorazioni che altrimenti rischiano di diventare di circostanza: solo così potremo tentare di rendere giustizia a chi ha pagato il prezzo supremo».
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