C’è un’aria strana stasera. Mai assaporata prima. I pensieri non danno tregua e addormentarsi sembra solo un miraggio. Poche volte si vivono nottate che hanno la potenza di volare oltre il tempo. Sono quelle che portano in sé un’incredibile storia degli effetti, tale da accompagnarti per un’intera esistenza. Poi basterà una sola frase, una scheggia di ricordo, per riaccendere la luce su quel mondo che è sempre bello riesplorare. La notte della maturità. Il tempo magico che segna il passaggio dall’adolescenza verso il paese degli adulti.
Che strana notte quella prima degli esami. Tanti anni dopo, la ricordo ancora. La notte prima “degli scritti” a pensare alle mille possibili tracce, a ricercare il sito all’ultimo grido che crede di aver individuato i temi della prima prova. Persino ad ascoltare per una notte intera quel programma radiofonico che trasmette in diretta dalle 20 alle 8 del mattino. Perché poi tra un occhio ai fogli ed uno al dizionario, la radio è la vera grande compagna che con la musica concede istanti di estasi, in una notte abbastanza tesa.
Fino a quando, tra sms e notifiche, gli occhi stanchi ti implorano di chiudere e spegnere tutto.
E poi finalmente a letto. A guardare il soffitto. A rigirarsi. A ripetere. A sognare. A pensare che da domani potrò entrare nel mondo del lavoro degli adulti. Che da domani comincerò quell’Università tanto ambita. Tanto sospirata. Da domani saranno finite le interrogazioni delle materie che non sopportavo. E forse ricomincerò ad amare lo studio. A rivalutarlo per il suo vero significato. Da domani comincerò a studiare quanto ho sempre desiderato. Per diventare un medico. Per diventare un ingegnere. Per diventare professore. O forse prete.
Ma comunque la madre di domani. Il padre di domani. La persona adulta che la società aspetta. Perché la società è affamata di adulti che sappiano prendere per mano le contraddizioni di questa realtà e accompagnarle verso soluzioni sagge e lungimiranti.
Che strana notte fu quella per me. Vivo ancora adesso le tracce della presenza invadente di quell’esperienza che ancora oggi dolcemente mi importuna. Ma è un’ombra bella. Non è un semplice riannodare il nastro della memoria a quella notte speciale. Ma un’impertinenza piacevole che mi costringe a scrivere.
Di quella notte ricordo la straordinaria forza dirompente, tale da far mancare il respiro. Da far dimenticare ogni altra cosa. E soprattutto da volerla condividere con le persone che più ami. Con chi, più di altri, ha segnato l’età dei sogni e delle passioni.
Vuoi renderli partecipi di questa meraviglia anche solo tramite una chiamata. Coinvolgerli in questa notte d’estate con un messaggio. Raccontare le tue strane ansie. I dubbi. Le tue lacrime. I tuoi abbracci. Poche ore. Ma infinite. Che lasciano per sempre addosso il profumo della storia. Alcuni ricordi non passano mai. Restano lì, implacabili, mai lambiti dal tempo che scorre inesorabile. Forse mai più accadrà di vivere certe notti. E forse è giusto così. Perché solo quegli eventi che accadono una sola volta nella vita hanno il potere di rimanere indelebili nella memoria, per farci compagnia quando il tempo riferirà che ormai si sta crescendo. E forse anche invecchiando.
Ti ho scritto perché questa notte è come se l’avessi vissuta ieri. E questa narrazione è la certezza che nella vita, ogni finale porta sempre in sé un nuovo inizio. Ogni the end nasconde un the begins. Buon inizio allora.