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Nell'ex pediatrico
Nico Aurora
08 Giugno 2018
TRANI - Dovrebbe essere un fiore all’occhiello dell’organizzazione della sanità territoriale, in un luogo che a sua volta, secondo il protocollo d’intesa siglato nel 2016 fra Regione Puglia, Asl Bt e Comune di Trani, dovrebbe racchiudere numerosi servizi che riporterebbero in auge quello che, fino alla fine degli anni ’70, fu il glorioso ospedale pediatrico di Trani. In realtà la struttura va avanti ancora a scartamento ridotto e mostra, soprattutto, problemi di vulnerabilità e sicurezza: ne ha fatto le spese, ancora una volta, la farmacia territoriale.
Infatti, l’altra notte è andato in scena l’ennesimo furto ai danni della del deposito di medicinali, al servizio dell’intera Asl Bt, ubicato nell’area di via Baldassarre, in quella che, un tempo, era la palestra riabilitativa dell’ex ospedaletto. Si tratta del secondo in meno di un mese, allorquando già si era registrato un episodio simile, all’esito del quale furono installate delle inferriate protettive che a nulla sono servite per evitare il bis.
I malviventi si sono introdotti all’interno del locale tagliando le sbarre, presumibilmente con un flex elettrico, penetrando nella farmacia ed asportando medicinali forse su commissione. Indagano i carabinieri della Compagnia di Trani. Non è ancora dato conoscere il bilancio preciso di quanto asportato, ma è evidente che la farmacia a disposizione dell’intera Asl Bt rappresenti, giorno dopo giorno, un presidio dalla sicurezza più che compromessa.
Quello che definiamo “ex ospedale pedriatico di Trani” è, in realtà, un insieme di cinque distinti corpi di fabbrica completamente autonomi, tenuti insieme da un parco caratterizzato da vegetazione secolare che è, esso stesso, una risorsa della città. L’idea complessiva, secondo il protocollo d’intesa sulla sanità a Trani, siglato da Regione, Asl e Comune, consiste nella realizzazione, nella struttura che si affaccia, anche, su corso Imbriani, «di un complesso coerente di strutture caratterizzate dalla comune appartenenza all’area socio sanitaria».
Tale comune denominatore consentirebbe di raggiungere due grandi obiettivi: «Evitare la deleteria, eccessiva ed immotivata medicalizzazione - si legge nel protocollo - di quei servizi che, per loro natura, necessitano di una presa in carico multidimensionale ed integrata, ed ai quali spesso afferiscono cittadini che non sono portatori di istanze di tipo sanitario in senso stretto (si pensi alle famiglie che effettuano percorsi finalizzati all’adozione di minori); moltiplicare l’efficienza dei servizi in questione, grazie alla creazione di un contesto al tempo stesso protetto e mirato, grazie al parco e non solo».
Complessivamente, tra quelli già esistenti e da trasferire, o implementare, nell’ex ospedaletto verranno allocati i seguenti servizi; Centro di salute mentale; Neuropsichiatria infantile; Dipendenze patologiche; Consultorio familiare con un’equipe di affido ed adozione, un’altra per abuso e maltrattamento; Centro disturbi cognitivi per demenze, disturbi specifici dell’apprendimento, disturbi dello spettro acustico; Centro diurno per anziani; sala polivalente; spazi per l’integrazione sociale dei pazienti dei diversi servizi; bar; parco sociale ed orto urbano.
Presso l’ex ospedaletto, infine, resteranno allocati gli uffici del Dipartimento di prevenzione, nelle due articolazioni veterinaria e medica.
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