Sabato 06 Settembre 2025 | 11:14

Malamovida a Bari, telecamere sui tetti dell'Umbertino e nella città vecchia per stanare gli spacciatori

 
Luca Natile

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Luca Natile

Malamovida a Bari, telecamere sui tetti dell'Umbertino e nella città vecchia per stanare gli spacciatori

La vendita sotto il controllo dei clan. Arruolati molti incensurati. Le indagini antidroga partono dai palazzi affacciati sulle piazze più frequentate

Lunedì 20 Gennaio 2025, 06:00

BARI - Lo spaccio della (mala) movida sotto la lente di ingrandimento delle telecamere spia, piazzate sui terrazzi dell’Umbertino, sui tetti di Bari Vecchia, sugli attici di Poggiofranco. Cresce il consumo di hashish, marijuana ma soprattutto cocaina nelle notti della Bari da bere e per cogliere in flagranza di reato gli spacciatori, gli investigatori salgono sui tetti. Dall’alto, gli uomini dell’antidroga scrutano lo scorrere della dolce vita cercando di individuare tra pub, lounge bar, tea room, wine e snack bar e microbirrerie concentrati in pochi isolati, i pusher dei clan mimetizzati tra la meglio gioventù barese. Il passaggio di mano di bustine e pasticche è un gesto quasi impercettibile anticipato da un abboccamento per trattare la quantità e il prezzo, in uno slang criptico.

Sotto i balconi dei vecchi palazzi Liberty nelle strade eleganti di Murat e del Madonnella, all’ombra dei condomini anni ‘70 a Poggiofranco, Picone, San Pasquale, tra i vicoli in pietra e calce viva della città vecchia, si legano le trame della vendita di stupefacente.

Individuare i venditori nascosti nell’andirivieni senza sosta di una vita notturna che scorre eccessiva, euforica, malferma sulle gambe e rumorosa, tra locali aperti fino a «troppo» tardi, musica a palla, happy hour e «apericena» fuori orario, strade buie trasformate in vespasiani non è facile.

Gli obiettivi delle telecamere a lunga distanza mettono a fuoco anche nel buio gli spostamenti degli «sciuscià», ragazzini che si prestano a umili servigi e piccoli traffici per le famiglie di camorra che muovono le trame di questi traffici «on the road».

Dai tetti e dagli attici partono le segnalazioni per gli uomini sulla strada che messo nel mirino il giovani pusher lo pedinano, lo osservano da vicino per scoprire dove e come si rifornisce.

I venditori al dettaglio, infatti, stanno bene attenti a non portare addosso troppo stupefacente, giusto quella quantità minima (fissata per legge che ogni bravo spacciatore conosce a menadito) che li mette al riparo da brutte sorprese. Se dovessero incappare in un controllo di polizia, potranno sostenere che quelle bustine infilate nelle tasche del giubbino modello bomber «sono per uso personale».

Per scongiurare l’arresto gli «sciuscià» ricorrono allo stratagemma della «cupa» ossia del piccolo nascondiglio (dalle aiuole nei giardini pubblici alla cassette dei contatori di energia elettrica). Raccolta l’ordinazione la dose viene consegnata «brevi manu» per poi tornare a far rifornimento nella cupa...

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