BARI - «Non mi sono stupito per niente, chi conosce le vicende remote e presenti sa che quello che è il tasto dolente per eccellenza. Scurati ha detto delle cose molto ben pensate e per fortuna è andata come è andata perché, anziché sentirlo una volta, lo sentiremo decine di volte. Si chiama ironia della storia». Lo ha detto il professore emerito dell’università Aldo Moro di Bari, Luciano Canfora, durante un incontro pubblico in merito alla presunta censura del discorso sulla festa della Liberazione che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto tenere nel corso di una trasmissione Rai.
«Dovrei stupirmi per oltre due anni di fila, perché la cosa mi pare sia cominciata nell’aprile 2022. Sono tenace, ma stupirsi per 24 mesi è un pò troppo, quindi non mi stupisco». Lo ha detto il professore emerito dell’università Aldo Moro di Bari, Luciano Canfora, durante un incontro pubblico in merito al rinvio a giudizio disposto dal Tribunale di Bari in seguito alla querela per diffamazione presentata dalla premier Giorgia Meloni. A chi gli chiedeva come la stia vivendo, Canfora ha risposto «me lo chiedo anche io, credo bene»
«Ogni volta il 25 aprile è un momento di riflessione, lo è da circa 80 anni perché non è mai stata una data accettata dalla minoranza filo fascista e ogni volta è un problema spiegarne il senso e l’importanza». Lo ha detto il professore emerito dell’università Aldo Moro di Bari, Luciano Canfora, durante un incontro pubblico, in vista della festa della Liberazione, promosso nel capoluogo pugliese da Cgil Puglia, Flc Cgil Puglia, fondazione Di Vittorio e Link coordinamento universitario di Bari.
«Via via - ha aggiunto Canfora - le generazioni che si susseguono avranno questo compito, finché ci sarà permesso». Canfora ha aggiunto che la distanza dal fascismo a oggi è "brevissima perché sono passate solo un paio di generazioni e quelli che militavano nella repubblica sociale sono stati attivi politicamente per oltre 40 anni». «I più giovani - ha evidenziato - educati da loro sono saliti su cariche importanti, quindi il problema è sempre aperto ed è necessario fare capire che l’arco costituzionale, che era importante per la nostra storia, è saltato».
Canfora ha inoltre detto che «partigiano vuol dire che sta da una certa parte, e si batte per quella parte. Nel nostro caso è sottinteso che si tratta di quella causa per la quale molti morirono e gli altri, che sopravvissero, scrissero la Costituzione italiana».
A chi gli chiedeva quali atti possano essere compiuti oggi in nome di quei valori, il filologo ha precisato che «sono la critica, la capacità critica che è l’arma più importante in assoluto. Ed evitare che la storia venga dimenticata, quindi farsi capire, spiegare, raccontare e applicare i primi 11 articoli della Costituzione».
«La presidente del Consiglio di questo Paese, la seconda carica dello Stato e alcuni ministri, tutti posti missini, non riescono a definirsi anti fascisti, sostenendo la tesi per cui l’anti fascismo non sia un valore divisivo. Invece è divisivo, perché divide i sinceri democratici dai fascisti, e noi questo lo diciamo sempre, oggi più che mai».
Lo ha detto la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, nel corso di un incontro pubblico, in previsione della festa della Liberazione, promosso nel capoluogo pugliese da Cgil Puglia, Flc Cgil Puglia, fondazione Di Vittorio e Link coordinamento universitario di Bari, al quale ha partecipato il professore emerito dell’università Aldo Moro di Bari, Luciano Canfora. Bucci ha evidenziato che «Dobbiamo calare i valori della Resistenza nella realtà che viviamo, dobbiamo dire che la Costituzione è viva e deve vivere ogni giorno, deve essere difesa ogni giorno perché alcuni valori fondanti sono sotto attacco». Bucci ha poi sottolineato che «vogliamo rinnovare la solidarietà della Cgil a Luciano Canfora, saremo sempre al tuo fianco»