CONVERSANO - «Quel parcheggio nell’atrio di accesso al castello, è un pugno nello stomaco». È uno dei commenti più gentili, espressi dai visitatori del polo museale. «Un obbrobrio» secondo i più. Un problema di difficile soluzione per la pubblica amministrazione che non riesce a venire a capo di una situazione all’apparenza di facile soluzione, nel concreto complicata. Perché? È presto detto: il monumento-simbolo della Città d’arte, sede del polo museale che da anni ospita mostre ed eventi culturali anche di livello internazionale (la recente mostra su Ligabue è solo l’ultima di una serie, e ha registrato migliaia di visite) ed è la location preferita da coppie di sposi italiani e stranieri per celebrarvi le nozze civili, è in realtà un condominio.
La polemica Sono ben 41 gli inquilini del maniero che fu degli Acquaviva d’Aragona e una parte rivendica il diritto a parcheggiare l’auto nell’atrio «di proprietà privata» e concesso al Comune di Conversano «coinquilino» per consentire l’accesso al monumento e alle sale museali. In punta di legge, le pretese dei proprietari non fanno una piega. Nel concreto, però, quel parcheggio incide non poco sulla immagine della Città d’arte e del suo castello. Una immagine corredata di auto, moto e, in certi casi anche di bidoni carrellati dei rifiuti, che rendono sfocata la cartolina più bella della città.
Per liberare l’ingresso monumentale dalle auto, il Comune di Conversano, area Patrimonio, ha rotto gli indugi e convocato i proprietari per una riunione finalizzata alla formale costituzione del condominio, sancita dall’articolo 1117 del codice civile, «al fine di regolamentare le parti comuni del Castello», fanno sapere i firmatari, il sindaco e il vice Giuseppe Lovascio e Roberto Berardi, il direttore dell’area Patrimonio Massimo D’Adamo.
La lettera «Al riguardo - scrivono gli amministratori e il direttore - si evidenzia che il cortile di accesso posto su piazza Conciliazione viene occupato quotidianamente da alcune vetture, in maniera che parrebbe del tutto arbitraria. Tale evenienza, oltre ad essere lesiva dei diritti dei comproprietari, è dannosa per la pavimentazione (chianche antiche), che risulta divelta e rovinata in più parti. Inoltre - continua la comunicazione agli inquilini - l’occupazione delle vetture ostacola il passaggio dei turisti ed impedisce la regolare fruizione del Castello in occasione della celebrazione dei matrimoni civili; ancora impedisce, circostanza estremamente grave e deprecabile, l’accesso delle persone diversamente abili all’ascensore».
L’ente ha quindi inviato la richiesta formale degli eventuali permessi di parcheggio in possesso degli inquilini «che giustifichino il godimento esclusivo dell’atrio all’ingresso del Castello» e in caso «di mancata ottemperanza, verrà adita l’autorità giudiziaria». La riunione è stata convocata per il 5 dicembre nella sala giunta di palazzo di città. Informata anche la Soprintendenza ai beni culturali.