MONOPOLI - Gli aerei ultraleggeri prodotti dalla Blackshape di Monopoli potrebbero essere finiti nell’arsenale del Pkk, il partito combattente curdo che è considerato un’organizzazione terroristica dalla Turchia di Erdogan. Un decreto di perquisizione eseguito sabato ha fatto emergere l’esistenza di una delicata indagine per terrorismo della Dda di Bari, nata a seguito di un attentato compiuto nel sud della Turchia dall’Hpg (il braccio armato del Pkk) utilizzando un aliante venduto a un siriano da una ditta di Ascoli Piceno. Il punto di partenza dell’indagine è questo: il siriano è la stessa persona che ha condotto le trattative con la Blackshape, la cui fornitura era però destinata al Kurdistan per finalità di addestramento.
La differenza può sfuggire ma non è di poco conto. Il Kurdistan iracheno è una regione federale autonoma dell’Iraq, il cui esercito combatte contro l’Isis con il sostegno degli Usa e dell’Unione europea: l’Italia ha un contingente a Erbil, e ad aprile il presidente del Kurdistan è stato ricevuto a Palazzo Chigi dalla premier e dal ministro Crosetto. Il Pkk (che opera anche nel Kurdistan iracheno) è invece considerato da diversi Stati un’organizzazione terroristica, per i metodi con cui insegue il separatismo dei curdi in Turchia. I primi sono insomma supportati dall’occidente, i secondi no.
Il sospetto è dunque che gli aerei della Blackshape, velivoli ad alta tecnologia civile ma con possibilità di «dual use» venduti per l’addestramento dell’esercito del Kurdistan a Sulaymaniyah, possano in qualche modo essere stati destinati al Pkk. Le indagini sul punto citano fonti confidenziali. E a supporto di questa ipotesi citano il fatto che il 42enne siriano Mohammad Khalil Bakka, il misterioso intermediario intorno a cui ruota l’indagine, è il titolare della ditta che ha comprato l’aliante utilizzato in un attentato di matrice terroristica effettuato a Mersin, in Turchia, da esponenti dell’ala militare del Pkk.
Il fascicolo della Direzione distrettuale antimafia ipotizza le accuse di terrorismo internazionale e addestramento ad attività con finalità di terrorismo. Sabato la Digos di Bari, su disposizione dei sostituti Bruna Manganelli, Luciana Silvestris, Daniela Chimienti, Federico Perrone Capano, Grazia Errede e Marco D’Agostino, ha eseguito perquisizioni e sequestri nella sede della Blackshape. Gli indagati sono sei: due curdi, Erdogan Ciytak e Hamza Gulek, il siriano Bakka, l’imprenditore svizzero Elio Rullo, gli amministratori delegati della società di Monopoli, gli ingegneri Luciano Belviso e Angelo Petrosillo e il manager Dario Rossilli, direttore delle vendite.
L’attentato di settembre 2021 a una caserma della polizia turca, che ha causato un morto e un ferito, è stato rivendicato dal Pkk e ricondotto all’Hpg (l’ala armata del partito curdo). A febbraio 2022 la polizia turca si è rivolta all’ambasciata italiana per chiedere di identificare il produttore italiano dell’aliante utilizzato nell’attentato. Le indagini dei Servizi centrali antiterrorismo sono risaliti a una società di Ascoli Piceno, che ha raccontato di aver concluso la vendita nell’ambito di una fornitura effettuata online per 208mila euro. L’acquirente ha fornito un numero di telefono iracheno e un indirizzo email di Gmail: quello della «Grand Gabriel» di Sulaymaniyah, in Iraq, il cui titolare è il siriano Bakka. Lo stesso che insieme ai due turchi di etnia curda Ciytak e Gulek risulta «referente» di una società di trasporti belga, la Fraipont di Eupen, destinatario della prima fornitura della Blackshape.
Le indagini hanno accertato che a febbraio 2021 il consolato italiano di Erbil aveva rigettato («per mancanza di mezzi di sussistenza nel territorio italiano») il visto chiesto da Bakka per motivi commerciali su invito della Blackshape. Gli stessi amministratori della società barese, sentiti dai poliziotti, hanno spiegato che la Blackshape fino a maggio 2021 aveva concluso due ordini con la Fraipont. Dopo il primo acquisto tramite un concessionario austriaco, la Blackshape aveva invitato a Monopoli due «diretti fiduciari curdi», cioè Ciytak e Gulek, con cui era stata imbastita una trattativa per l’acquisto di dieci ultraleggeri «Prime». Successivamente la Fraipont si è mostrata interessata all’acquisto di altri velivoli biposto. Nel 2021 la Blackshape ha formato come tecnici un cittadino belga e un «non meglio identificato cittadino statunitense». Nonostante il rigetto del visto da parte del consolato di Erbil, Bakka è stato in Italia ad aprile dello scorso anno. Dopo essere arrivato a Fiumicino, ha trascorso una notte in un villaggio turistico di Monopoli insieme a Ciytal e Gulec.
L’azienda però si dichiara estranea. «Nel provvedimento giudiziario - dice Belviso, consultato dalla “Gazzetta” - è chiaramente menzionato che il mezzo utilizzato dall’attentato alla stazione di polizia turca è un paramotore, non un aereo, prodotto da un’altra società nel 2021. È del tutto evidente pertanto come i velivoli dell’azienda Blackshape, i suoi amministratori e collaboratori, non siano assolutamente riconducibili a tale vicenda. L’azienda conferma la totale disponibilità, già offerta agli inquirenti in sede di accertamenti, a fornire ogni ulteriore collaborazione alle indagini».