BARI - Per levare le tende attendono fatti, ma di certo non potranno rimanere accampati davanti all’Ateneo a tempo indeterminato. La penuria di posti letto non si risolve in un battibaleno. Per dare un alloggio agli universitari c’è bisogno prima di tutto di programmazione, partendo dallo stato dell’arte. Il recente rapporto “Lo student housing tra Pnrr e mercato realizzato da Scenari Immobiliari e Camplus”, e pubblicato in anteprima sulla Gazzetta qualche settimana fa, ha evidenziato che a Bari sono quasi settemila gli studenti fuori sede alla ricerca di residenze, a fronte di nemmeno duemila posti letto disponibili (esclusi i singoli privati). La proporzione è dunque di una domanda soddisfatta su tre, senza considerare però un altro dato: fra i circa 50mila frequentanti i tre atenei baresi (Uniba, Poliba e Lum), sono più di 16mila gli iscritti provenienti dal resto della provincia e della regione (prevalentemente) e potenzialmente interessati a una dimora. A Bari la stragrande maggioranza dei posti letto è garantita dalla Adisu (Agenzia per il diritto allo studio universitario della Regione Puglia). Secondo Scenari Immobiliari e Camplus sono attualmente 1.340 i posti letto relativi all'offerta strutturata (di cui 1.120 garantiti dall’Adisu) e 540 quelli gestiti dai privati, per un totale di 1.880 alloggi, un numero che permette la collocazione ad appena l’11,8% dei fuori sede.
PRIVATI Fino a qualche anno fa l’offerta inadeguata del pubblico era compensata più facilmente dai privati (peraltro incentivati dalla cedolare secca al 10% e dalla riduzione dell’Imu prevista in città). Attualmente non è più così, a causa della concorrenza di B&B e affittacamere. Chi ha a disposizione un immobile preferisce gli affitti brevi da destinare ai turisti che in pochi giorni ti garantiscono lo stesso introito. Trovare un posto letto nelle zone centrali è dunque praticamente impossibile, ma anche anche spingendosi verso la periferia la ricerca è diventata complicata, Ammesso che si riesca a trovare la soluzione, va messo in conto che per avere una stanza è necessario spendere mediamente 325 euro al mese, senza considerare luce e gas (e anche alimenti e spese varie, comprese quelle universitarie).
COSTI In definitiva, cresce la domanda di appartamenti a locazione, ma l’offerta è scarsa, laddove c’è più richiesta, con la conseguenza di aumenti di prezzo vertiginosi. In generale, considerando anche le esigenze da parte delle famiglie, secondo Immobiliare.it Insights le richieste si sono differenziate di molto a partire dagli ultimi dodici mesi, con una crescita annua di oltre il 30% per la città e del 75% per la provincia, pur essendoci parecchi immobili ancora non locati sia nel capoluogo (ma non in zona centrale, soprattutto nel borgo antico) sia in provincia. Nella città di Bari i prezzi medi per gli affitti arrivano a 10 euro al metro quadro, mentre in provincia si fermano a 7,2 euro. In entrambi i casi, si assiste ad una crescita solida su base annua: +10,4% in città e si sfiora il +15% in provincia.
QUARTIERI La zona in cui affittare costa di più è (manco a dirlo) quella che comprende Borgo Antico, Murat e Madonnella con 10,7 euro al metro quadro di media, seguita da Picone, Carrassi, San Pasquale e Mungivacca con 10,4 euro al mq. Questi sono gli unici due quartieri in città con media sopra i 10 euro al mq. Su base annua, però, l’area che cresce di più è quella che contempla San Paolo e Stanic (difficoltà di accesso al credito, considerando che è una zona non interessata dal turistico) che, con il +37,4% registrato, arriva a 8,8 euro al mq, mentre si confermano come i più economici Carbonara, Ceglie e Loseto con 7,8 euro al metro quadro di media.