BARI - Una simil targa là dove era. È la risposta del consigliere del I Municipio Giuseppe Corcelli anche in seguito alla sollecitazione arrivata qualche giorno fa da un anziano lettore della Gazzetta del Mezzogiorno, che si chiedeva perché da tempo era sparita quella messa nel 2007 a ricordo del cagnolino che si fece 700 chilometri a piedi pur di tornare a Bari dal suo padrone. Una targa posta tra via Andrea da Bari angolo corso Vittorio Emanuele a memoria di una storia, che molti anziani ancora ricordano, per aver magari da ragazzini accarezzato il «meticcetto» che nel 1954 divenne un piccolo eroe della città.
«Io ripeto spesso che Fiorino per Bari è un po' come Lassie, il simbolo in chiave barese di amore e assoluta fedeltà – spiega Corcelli, mentre mostra la foto plastificata che riproduce la targa, poi incollata sul muro -. Per questo avevo da tempo sollecitato l'amministrazione comunale a farne una nuova da affiggere esattamente qui in via Andrea da Bari, dove Fiorino ha vissuto fino alla sua morte, nella bottega del calzolaio che se ne prendeva cura. Sono due anni che cerco di avere una risposta concreta, ma oltre a qualche rassicurazione, in realtà nulla è stato fatto» .
Ecco allora che stampata e plastificata una riproduzione, Corcelli ha cercato idealmente di ridare dignità ad un ricordo che per molti è importante. «Storie così belle, che ancora oggi a distanza di decenni continuano ad emozionare, devono essere ricordate – sottolinea Corcelli -, specie quando sollecitano la memoria di anziani, persone che dovrebbero avere il massimo rispetto da parte di tutti noi».
Oggi una targa che ricorda Fiorino è in via Suglia, a ridosso di un'area di sgambamento cani, ma lontano dai luoghi dove il cagnolino ha passato la sua vita. «Spero che il mio rinnovato appello al Comune non cada nel vuoto come quelli già lanciati nel 2021 – conclude Corcelli -. Fiorino è una di quelle storie che meritano di essere ricordate. Troviamo il modo di rimettere la targa che c'era e dimostrare che la città non dimentica una anima pura come quella di un cagnolino che per amore attraversò l'Italia».