BARI - C’è chi dice sì, c’è chi dice no. Sicuramente non ha vita facile il Documento strategico del commercio che, approvato il 2 febbraio scorso dalla Giunta comunale e che stenta ad approdare in Consiglio. Una discussione che però viene continuamente rimandata, con relativo polverone di polemiche al seguito.
«Per una città come Bari un Piano del commercio diventa nodale e determinante, specie alla luce della varie sfaccettature che dal punto di vista commerciale questa città ha - sottolinea Raffaella Altamura, Confesercenti Bari -siamo stati consultati come categoria e coinvolti nella parte preliminare di ascolto e condivisione, per quanto riguarda le linee guida del Documento, al momento non abbiamo visto la bozza finale, quindi ci asteniamo da qualunque commento, anche se ci rendiamo conto che si tratta di un Piano di imponente riordino».
Il Piano del commercio deve rispondere ad una legge regionale del 2013, e dopo nove anni è chiaro che le urgenze, forse troppo a lungo procrastinate, ora vengono a galla. «In questi mesi tutti i comuni della provincia stanno adeguando i loro vecchi Piani strategici del commercio alla normativa regionale, che visto il tempo intercorso non si può neanche definire più “nuova” - commenta la Altamura -. Sono il vademecum indispensabile per pianificare interventi e strategie da attuare all'interno delle città. Coinvolte sono tutte le tipologie del commercio che insistono in un centro abitato, fisse, ambulanti, medie o grandi e con esigenze diversissime tra loro».
E che il documento sia una pietra miliare è chiaro anche solo dalla bozza: quasi 250 pagine dove sono dettagliate dal necessario censimento di tutte le attività commerciali esistenti in città; ai regolamenti di disciplina, attività di somministrazione di alimenti e bevande, come svolgere commercio in aree pubbliche, la localizzazione delle rivendite di giornali o riviste, o come distribuire i carburanti.
Tra i punti dolenti almeno due: il mancato ascolto di tutte le parti sindacali coinvolte e il rilascio della autorizzazioni.
«È da un anno che abbiamo inoltrato almeno tre richieste di essere convocati, senza alcuna risposta da parte del Comune - lamenta Andrea Nazzarini, Fiva Confcommercio -. Ci sembra un modo scorretto di procedere. Noi siamo contenti che finalmente il Comune metta mano ad un Documento strategico più che indispensabile, ma d’altro canto non possiamo non far notare che per quanto riguarda le aperture serali dei mercati, si parla di soluzioni impossibili. Magari è possibile sperimentare con qualche singolo mercato, ma non per tutti e soprattutto non renderlo vincolante per tre mesi. Io ambulante dovrei smontare a Bari alle 22 e poi l’indomani mattina essere alle 6 di mattina a Manfredonia, ma come posso farcela?. Ci piacerebbe essere ascoltati».
L’ascolto mancato è una delle accuse più marcate. Ok alla stesura di questo Piano, ok alla assoluta stringente necessità di avere un Documento strategico, ma bisogna ascoltare chi materialmente ha il polso della situazione e avviare un necessario confronto. Anche con le opposizioni politiche pronte con i vari emendamenti. Fratelli d’Italia, tanto per fare un esempio, ha spiegato come sia assolutamente necessario procedere in maniera più spedita per strutturare il mercato ortofrutticolo all'ingrosso, «che può rappresentare il centro nevralgico di tutto il sud».
«Sicuramente non è facile - mette ancora in risalto la Altamura -. Ad esempio prendiamo il centro storico, ci sono tante anime ed ambiti, diventa essenziale regolamentare gli orari di apertura in un luogo così importante anche dal punto di vista turistico, poi ci sono tutte le problematiche legate al murattiano e alle grandi catene che vengono ad insediarsi all'interno del territorio urbano, e le periferie e i mercati...»
Un documento che ha come obiettivo quello di regolamentare tutto questo universo mondo, non è facile. «A questo si aggiunge che oggi più che mai è strategicamente essenziale porre le basi di quello che sarà il futuro del commercio barese. Penso che sia arrivato per la città di Bari di compiere questo sforzo e passo in avanti. Sono stati messi in campo dei bandi importanti con finalità specifiche per incentivare il commercio di prossimità, quindi queste misure per sostenere le imprese storiche e la formazione dei negozianti, è chiaro quindi che si deve mettere a posto tutti i regolamenti. Poi se prima del passaggio in Consiglio, l'Amministrazione ci vuole risentire, noi siamo disponibili. Con altri Comuni abbiamo avuto una interlocuzione più precisa per specificare ogni singolo punto, siamo pronti a farlo anche per Bari».