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Bari, i profughi all'ospedale in Fiera? È ancora tutto un rebus

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bari, bufera sull’ospedale in Fiera. I sindacati: disastro annunciato

Il presidente Emiliano vuole riutilizzare la struttura Covid di Bari ma potrebbe non essere possibile

Mercoledì 09 Marzo 2022, 11:44

11:47

BARI - Le parole chiave sono due: la «sussidiarietà» e le «forme di coordinamento» che l’ordinanza numero 872 - firmata venerdì scorso dal capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio -, ha istituito tra Prefetture e Regioni nella gestione dell’emergenza profughi. È in quel quadro normativo che dovrà muoversi la macchina dell’accoglienza. Un corridoio piuttosto stretto che, secondo fonti della Prefettura, potrebbe non consentire al presidente Michele Emiliano di mantenere attivo l’ospedale covid allestito in Fiera del Levante.

Un passo indietro. Ieri Emiliano, partecipando al forum della «Gazzetta», ha confermato di voler emanare un decreto (nella veste di commissario delegato all’emergenza) per lasciare aperto l’ospedale della Fiera del Levante anche dopo il 31 marzo, data in cui cessa lo stato di emergenza covid e dunque - a cascata - vengono meno le autorizzazioni straordinarie che hanno consentito di costruirlo e farlo funzionare. Dal 1° aprile, insomma, Emiliano vorrebbe utilizzare l’ospedale della Fiera per l’assistenza sanitaria dei profughi ucraini.

Sul punto - viene però fatto notare da chi sta seguendo il dossier - il pallino è in mano alla Protezione civile nazionale che, tramite le prefetture, deve individuare i flussi dei profughi in arrivo dall’Ucraina, stabilendo la destinazione in base alla capacità ricettiva dei territori. È chiaro che ci saranno anche necessità sanitarie. Ed è chiaro che (lo prevede un comma dell’articolo 2 dell’ordinanza) sia per l’accoglienza alberghiera che per l’assistenza sanitaria possono essere utilizzate anche le strutture realizzate durante l’emergenza covid. Ma l’ospedale di Bari è stata realizzata in un’area di proprietà della Fiera del Levante, sulla base di una ordinanza di requisizione adottata dallo stesso prefetto di Bari che - stando così le cose - non ha più la possibilità di rinnovare l’«esproprio temporaneo», legato appunto all’emergenza covid oramai conclusa. Il consiglio dei ministri ha varato un nuovo stato di emergenza fino al 31 dicembre per l’accoglienza dall’Ucraina, ma non ha rinnovato le deroghe alle autorizzazioni per gli ospedali covid (se non per le norme antincendio).
Ad ogni buon conto, ogni decisione dovrà essere presa (è sempre l’ordinanza a parlare) «nell’ambito delle forme di coordinamento», cioè al tavolo tra Prefettura, Regione ed enti locali. Il tavolo, non ancora convocato, dovrà stabilire chi fa cosa e dove.

Ieri il presidente Michele Emiliano ha partecipato in videoconferenza a un incontro della conferenza delle Regioni (di cui è vicepresidente). Ed ha ribadito la sua intenzione di fare dell’ospedale della Fiera del Levante un luogo di assistenza sanitaria per i profughi. «Quel comma dell’ordinanza - dice Emiliano riferendosi al comma 3 dell’articolo 2, quello che parla delle strutture temporanee - è stato chiesto esplicitamente dalle Regioni per salvaguardare le strutture covid. Noi intendiamo salvaguardare i posti letto della Fiera, che saranno utili per le emergenze». Ma la scorsa settimana il prefetto di Bari, Antonella Bellomo, ha scritto alla Regione e al Comune ricordando che l’operatività dell’ospedale in Fiera non può andare oltre il 31 marzo. Al momento - dicono fonti della Prefettura - le cose non sono cambiate.

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