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Bari, l'ospedale in Fiera non aprirà a febbraio

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Bari, l'ospedale in Fiera non aprirà a febbraio

Mancano i collaudi: l'ok può impiegare un mese

Martedì 02 Febbraio 2021, 13:13

13:14

I lavori di adeguamento chiesti dal Policlinico di Bari (bagni aggiuntivi per i reparti medici) sono terminati sabato, e domenica è stato chiuso il verbale di consistenza finale. La buona notizia è che il costo dell’opera non è aumentato rispetto ai 18 milioni già spesi. Quella difficile da far comprendere è che l’ospedale da campo in Fiera del Levante non aprirà a breve. Probabilmente non entro febbraio, come la Regione aveva ipotizzato al taglio del nastro.

I 15mila metri quadrati di superficie (per intenderci: è più grande del Sarcone di Terlizzi) sono infatti completamente allestiti. Ma per trasferire i pazienti è necessario completare i collaudi, che richiederanno un tempo variabile dai 10 ai 30 giorni: bisogna effettuare la verifica degli impianti (in particolare quello idrico) e ottenere il verbale positivo da parte del Dipartimento di prevenzione della Asl di Bari. Nel frattempo, il Policlinico di Bari - cui la Protezione civile ha consegnato la struttura - dovrà presentare domanda di autorizzazione all’esercizio alla Regione. Tempi tecnici che non possono essere compressi per non mettere a rischio la sicurezza.

Ma il passaggio forse più delicato riguarda la gestione del personale, tutta in capo al Policlinico che oggi incontrerà i sindacati per fare il punto della situazione. L’ipotetica attivazione di tutti i 152 posti letto disponibili richiederebbe infatti circa 400 persone (tra medici e paramedici) per coprire i tre turni di lavoro. Il piano predisposto dal commissario del Policlinico, Vitangelo Dattoli, che ha nominato direttore dell’ospedale in Fiera l’ex direttore sanitario Alessio Nitti, prevede di attivarne per il momento soltanto 106, lasciando tre moduli (46 letti) ancora da assegnare. È una scelta che fa i conti sia con le necessità del sistema dell’assistenza ospedaliera, sia con la disponibilità di personale: il Policlinico trasferirà in Fiera due reparti di medicina (Baccelli e Murri), una Intensiva e una Intensiva pneumologica, con il risultato di eliminare i letti covid dal nuovo padiglione Asclepios che potrà così essere ri-assegnato all’attività operatoria ordinaria. Tuttavia il personale attuale rischia di non essere sufficiente, anche perché la Regione ha chiesto al Policlinico di procedere a trasferimenti temporanei solo su base volontaria: ed è per questo che potrebbero anche essere assunti addetti a tempo determinato, sempre che ci siano sul mercato medici ed infermieri. Questi ultimi arriveranno da un avviso pubblico che si è chiuso venerdì scorso, che dovrebbe consentire di recuperare tutto il personale assunto con contratti diretti nei mesi caldi dell’emergenza, mentre andranno trovati circa 30-40 medici.

Per la struttura allestita in Fiera, la Protezione civile ha scelto le migliori tecnologie disponibili: è soprattutto l’acquisto delle attrezzature mediche - fanno notare fonti della Regione - ad aver fatto lievitare il costo finale dagli 8,5 milioni a base d’appalto (che comprendevano soltanto opere e impianti tecnologici) agli attuali 17. «Nessuno spreco - spiega il capo della Protezione civile, Mario Lerario -, perché il costo della struttura è in linea con la media di altri ospedali di questo tipo, con la differenza che quello allestito in Puglia è modulare ed in grado di adattarsi ad ogni tipo di esigenza di assistenza. Una volta terminata l’emergenza covid le attrezzature verranno smontate e distribuite agli ospedali pugliesi». L’ospedale avrà 14 posti di Rianimazione e altri 28 di Intensiva respiratoria. Gli altri 64 posti sono destinati all’assistenza medica a bassa intensità ma sono già attrezzati e possono essere riconvertiti: mancano solo i rianimatori.

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