Tamponi 'a tappeto' al personale del Policlinico di Bari, sì o no? Dopo la nota della Regione Puglia che di fatto sospendeva le attività, interviene ora l'Università con una nota a firma, tra gli altri, del Presidente della Scuola di Medicina Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Prof. Loreto Gesualdo, del Consigliere del Magnifico Rettore per la Sanità, Prof. Angelo Vacca, e dei direttori di Dipartimento. Nella nota viene evidenziata l'utilità del tampone nella diagnosi del Covid-19, e si invita a proseguire con l'analisi: «I dati più recenti forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, relativi alla diffusione dell’infezione in Italia, mostrano che attualmente, tra i casi totali di COVID-19, il numero di operatori sanitari affetti è circa l’11% del totale. A tal proposito, la Occupational Safety and Health Act (OSHA) nel Documento “Guidance on Preparing Workplaces for COVID-19” del marzo 2020, ha realizzato una piramide del rischio professionale, che suddivide i lavoratori in differenti livelli di rischio, a seconda del grado di esposizione. Tale classificazione, elaborata al fine di fornire un valido supporto ai datori di lavoro affinché adottino opportune precauzioni, vede ai vertici della piramide gli operatori sanitari, inquadrati come lavoratori a rischio molto elevato».
«Dalle prime fasi della pandemia da SARS-CoV-2 non è mai stata esclusa la possibilità di trasmissione del virus da soggetti asintomatici. Recenti studi epidemiologici condotti in 375 città cinesi, tra il 10 gennaio e il 23 gennaio 2020, mostrano che circa l’86% dei casi era “non documentato”, ovvero asintomatico o paucisintomatico e si è ipotizzato che tali “positivi invisibili” siano stati verosimilmente responsabili di circa l’80% di ulteriori contagi. Situazione analoga è quella verificatasi nel Comune di Vo’, in Veneto, ove il totale della popolazione è stato sottoposto ad accertamenti diagnostici con test molecolari, con stime parziali che rivelano come la percentuale dei positivi asintomatici si aggiri intorno al 50 % del totale dei positivi. Nella fattispecie, il “caso Vo’ ” mostra come l’attuazione di screening di massa abbia, non solo consentito di porre le basi per una serie di studi di prevalenza, ma allo stesso tempo si sia rivelata estremamente utile, in combinazione con un efficace contact tracing, ai fini dell’interruzione della catena di contagio».
Con queste premesse - continua la nota - si è ritenuto indispensabile pianificare un monitoraggio periodico di tutti gli operatori sanitari mediante esecuzione del tampone finalizzato al contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 all’interno dell’Azienda: «È doveroso evidenziare che tutte le procedure adottate rispondono a quanto previsto dalla normativa vigente (D. L. 81/2008 o “Testo unico in materia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” e sue s.m.i.), che relativamente al rischio biologico (Titolo X) stabilisce, tra l’altro, che il datore di lavoro, in collaborazione con il Medico Competente, è tenuto ad attuare, ai sensi dell’art. 272 del medesimo Decreto “misure tecniche organizzative e procedurali, per evitare ogni esposizione degli stessi ad agenti biologici”; nel caso specifico si fa riferimento agli operatori sanitari ed all’obbligo di sottoporli ai più appropriati accertamenti diagnostici, che rientrano a pieno titolo nel protocollo di sorveglianza sanitaria da adottarsi».
«Si ritiene, pertanto, che la procedura adottata dall’AOUC Policlinico di Bari sugli operatori sanitari debba proseguire al fine del raggiungimento degli obiettivi. Inoltre, lo screening degli operatori sanitari, oltre a tutelare gli stessi, rappresenta una forma di garanzia a tutela della salute di tutti i pazienti, soprattutto i più fragili che sono esposti alle gravi conseguenze dell’infezione. Si rimarca, infine, come questa attività di monitoraggio e screening sugli operatori sanitari non debba, ovviamente, condizionare il regolare accertamento diagnostico sui tutti i soggetti con sintomatologia suggestiva di infezione da SARS-CoV-2. L’auspicio è che, come in altre realtà europee, si possa incrementare la capacità di esecuzione dei test molecolari sui tamponi al fine di contribuire all’ulteriore contenimento della diffusione del virus nella popolazione».
La nota porta le firme del Presidente della Scuola di Medicina Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, Prof. Loreto Gesualdo, del Direttore del Dipartimento Interdisciplinare di Medicina, Prof. Carlo Sabbà, del Direttore del Dipartimento dell’emergenza e dei trapianti di organi, Prof. Francesco Giorgino, del Direttore del Dipartimento scienze biomediche e oncologia umana, Prof.ssa Maria Rosaria Carratù, del Direttore del Dipartimento scienze mediche di base, neuroscienze e organi di senso, Prof. Alessandro Bertolino, del Consigliere del Magnifico Rettore per la Sanità, Prof. Angelo Vacca, del Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato di Emergenza Urgenza, Prof. Gianfranco Favia, del Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato di Neuroscienze, Organi di Senso e Apparato Locomotore, Prof. Nicola Quaranta, del Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato di Cardio-Toraco-Vascolare, Prof. Onofrio Resta, del Direttore del Dipartimento Interaziendale Trapianto Rene, Prof. Michele Battaglia, del Direttore U.O.C. Igiene, Prof. Michele Quarto, del Direttore U.O.C. Medicina del Lavoro Universitaria, Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Prof. Luigi Vimercati, del Responsabile del Laboratorio di Biologia Molecolare U.O.C. Igiene, Prof.ssa Maria Chironna, del Direttore del Dipartimento Interaziendale di Oncologia del Barese, Prof. Antonio Moschetta, del Direttore Unità di Gestione del Rischio Clinico, Prof. Alessandro Dell’Erba.
ORDINE MEDICI: «TAMPONI NECESSARI» - «La sicurezza degli operatori sanitari è a un livello di tale criticità che anche la Scuola di Medicina dell’Università di Bari è dovuta scendere in campo per ribadire l’utilità dei tamponi per arginare l’epidemia da Covid-19": commenta così Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, la lettera inviata da 15 professori della facoltà di Medicina di Bari alla Regione per replicare alla disposizione del professore Pierluigi Lopalco, coordinatore scientifico della task force, che ha sospeso i tamponi sugli operatori sanitari di Policlinico e ospedali Bat.