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Bari, sindaco Decaro denuncia festa clan. Rimosse le luminarie al Libertà. La famiglia: «Non finisce qui»

 
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Intimidazioni ai sindaci Decaro andrà da Minniti

Il presidente dell'Anci Antonio Decaro

«Ogni 2 febbraio fuochi artificio, spari e luminarie, ora basta»

Sabato 01 Febbraio 2020, 08:47

18:27

BARI - «Pare che a Bari, da qualche tempo, ci sia una nuova 'festa'. Ogni anno, il 2 febbraio, una famiglia vicina ad uno dei clan mafiosi della città, mette in scena una sorta di festeggiamento in onore del capostipite, appropriandosi di un pezzo di città, con precisione di un isolato di via Nicolai, organizzando una parata con tanto di istallazione di luminarie, il passaggio di una banda, lo sparo di fuochi d’artificio e altre attività che lascerebbero pensare ad una vera e propria festa di paese. Peccato si tratti di un rito totalmente illegale, che richiama le pratiche e la cultura mafiosa, che tutti i cittadini per bene della nostra città non possono accettare né tollerare». Lo scrive su Facebook il sindaco di Bari, Antonio Decaro, sottolineando che si sta "recando in Questura per presentare formale denuncia della cosa». «Farò in modo che in quella strada, domenica - prosegue - a vincere sia lo Stato, la città di Bari e tutti i cittadini per bene».

«Poi - aggiunge - non importa se troveranno un modo per sparare qualche fuoco pirotecnico in qualche isolato lì vicino, per provare ad affermare la loro presenza». «Il 2 febbraio 2020 - conclude - su quell'isolato di via Nicolai ci sarà la città di Bari, non la festa di un clan».

La rimozione delle luminarie 

Dopo la denuncia presentata ieri sera dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, intenzionato a interrompere la «festa che ogni 2 febbraio una famiglia vicina ad uno dei clan mafiosi della città mette in scena in onore del capostipite», è in corso lo smontaggio delle luminarie in via Nicolai, dove ogni anno si ripete il rito.
La zona, a quanto si apprende, è presidiata dalle forze dell’ordine. E mentre le luminarie vengono smontate una signora urla «vergognatevi». Una dei componenti della famiglia che organizzerebbe la festa, ha pubblicato su Facebook un post in cui difende la 'tradizionè, spiegando che «il 2 febbraio è il giorno della candelora (festa liturgica) pertanto ogni famiglia devota la festeggia nel modo in cui crede...». La signora precisa che in «via Nicolai da secoli questa tradizione si svolge» all’aperto «con fedeli, gente bisognosa, bambini vestiti da carnevale» e «addirittura un parroco che svolge la liturgia ed infine benedice la statua».

L'appello di Emiliano: Bisogna togliergli tutti gli spazi -

«Decaro ha fatto benissimo. Bisogna togliergli tutti gli spazi. Anche una festa, se ha carattere criminale, peraltro con degli spari non autorizzati, non è possibile. Se proprio uno vuole festeggiare qualcosa lo faccia in silenzio, non per strada, a casa sua e senza rompere le scatole a nessuno». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario di Bari, commentando la decisione del sindaco Antonio Decaro di denunciare e interrompere quella che ha definito una «festa che ogni 2 febbraio una famiglia vicina ad uno dei clan mafiosi della città mette in scena in onore del capostipite».
«Il sistema giudiziario - ha detto Emiliano - non può vivere senza il contesto della società, ecco perché la Regione Puglia investe 13 milioni di euro sui programmi di educazione alla legalità dei bambini, e consente alle scuole, alle parrocchie, alle associazioni sportive di parlare di mafia e di emancipare i nostri piccoli dalla pedagogia dei gruppi mafiosi».

La famiglia che organizza: festa religiosa, vediamo come va a finire -

Tanti i cittadini che hanno commentato positivamente la scelta del sindaco, ringraziandolo per avere deciso di porre fine a questo rituale che «va avanti da troppo tempo». Ma sui social c'è stata anche la reazione di un membro della famiglia che organizzerebbe l’evento. Si tratta di una donna che, difendendo l’antica 'tradizionè, sfida Decaro e scrive: "Vediamo come si conclude» la questione. «Il 2 febbraio - aggiunge la signora in un post - è il giorno della candelora, una festa liturgica, pertanto ogni famiglia devota la festeggia nel modo in cui crede...». In «via Nicolai - sottolinea - da secoli questa tradizione si svolge» all’aperto «con fedeli, gente bisognosa, bambini vestiti da carnevale» e «addirittura un parroco che svolge la liturgia ed infine benedice la statua».
Tutto il contrario, sostiene Decaro, che parla di «un rito totalmente illegale, che richiama le pratiche e la cultura mafiosa, che tutti i cittadini per bene della nostra città non possono accettare né tollerare. Farò in modo che domenica in quella strada a vincere siano lo Stato, la città di Bari e tutti i cittadini per bene».

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