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Tangorra ha le idee chiare: «Il Bari è in buone mani»

 
ANTONELLO RAIMONDO

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ANTONELLO RAIMONDO

Tangorra ha le idee chiare: «Il Bari è in buone mani»

«Longo mi piace, si vede che propone un calcio aggressivo»

Giovedì 15 Agosto 2024, 13:21

BARI - Un esperto di serie B. Uno che, soprattutto, sa come si vince tra i cadetti. Ben tre le promozioni in serie A nel palmares di Massimiliano Tangorra. Dalla splendida cavalcata con il Bari dei baresi, una delle pagine più belle della lunga e prestigiosa storia biancorossa, ai campionati con le bollicine indossando le maglie di Perugia e Reggiana (in panchina l’esordiente Carletto Ancelotti). I tanti anni a Gevova sponda rossoblù, poi. L'incrocio con l’indimenticabile professor Scoglio, stagioni da protagonista in una piazza di assoluto spessore.

Tangorra, resiste il legame affettivo con la maglia biancorossa?

«Assolutamente si. Tifo Bari da bambino e a questa squadra devo tutto. Certi ricordi sono incancellabili. E non mi riferisco solo alla magia della promozione in A. Anche gli anni nel settore giovanile sono un patrimonio di inestimabile valore».

La baresità, un valore assoluto. Ancora oggi Tangorra e Bigica, per tutti, sono il «gatto» e la «volpe». Quante risate con l’altro fratellone, Lorenzo Amoruso.

«Un gruppo fantastico. Ci divertivamo senza mai perdere di vista la cultura del lavoro. E poi in quel Bari non c’erano solo giovani. Protti, Tovalieri, Barone, Gautieri.... quattro nomi che danno l’idea del livello della squadra. In B la strada del giusto mix resta la più sicura».

Che le pare del nuovo Bari?

«Mi è piaciuto in Coppa Italia. Ho visto una squadra già armonica nonostante sia ancora in preparazione e una rosa incompleta. Sono convinto che farà nettamente medio della scorsa stagione, un anno caratterizzato da troppi equivoci e scelte azzardate».

I tifosi non si accontentano, però.

«Lasciamo che Magalini completi la rosa e tireremo le somme. Guardando dal di fuori, però, mi sembra che non ci sia l’intenzione di fare un mercato in linea con le aspettative di una piazza ambizione. Poi, evidentemente, sarà il campo a raccontare la vera verità».

Qual è l’acquisto che l’ha convinta di più?

«L’ingaggio di Longo. Innanzitutto un professionista serio. Poi un tecnico motivato e con idee. Si è già vista la sua impronta a Cremona. Ho apprezzato un Bari predisposto a una veloce riconquista del pallone, una squadra che ha voglia di fare la partita puntando su mentalità e aggressività. Credo siano ottime basi di psrtenza».

Come giudica l’ingaggio di Lasagna?

«Su due piedi lo definirei una intrigante scommessa. E non perché siano in dubbio le sue qualità. Nelle ultime stagioni non ha fatto benissimo.... ecco perché parlare di certezza sarebbe una forzatura, credo. Lasagna è sprecato in B se valutiamo il suo potenziale. E le sue caratteristiche colmano il vuoto lasciato da una pedina fondamentale come Cheddira. Kevin attacca bene la profondità e in contropiede sa essere letale. Lo seguirò con curiosità. Da lui dipenderanno molte delle fortune del Bari».

Cè anche qualche spina in questa prima parte di stagione. La posizione di Maita sta diventando un piccolo caso. Lui si aspettava di diventare il leader del gruppo ma la società sembra aver fatto scelte diverse.

«Non conosco i fatti e giudicare senza elementi mi sembra complicato oltre che poco corretto. Quindi a me piace parlare cose tecniche e tattiche immaginando che Longo non punti su Maita avendo scelto un sistema di gioco che prevede l’utilizzo di due mediani. Leggo che il mister vorrebbe in regalo anche un centrocampista oltre ai difensori titolari e a un top sulla trequarti. Segnale evidente che ci sono in ballo ragioni collegate alle scelte di gioco».

Quasi 5 mila abbonamenti. Una buona risposta alla luce della contestazione nei confronti della società. C’è chi, invece, sceglie la diserzione.

«Una cosa va chiarita, ognuno è libero di comportarsi come meglio crede. Qualcuno diserterà, altri andranno allo stadio per contestare e altri ancora faranno i tifosi e basta. A me piace ribadire che siamo di fronte a una tifoseria matura che merita chiarezza. Invece finora la società continua a non brillare nel modo di comunicare intenti e obiettivi».

Come immagina il prossimo campionato di serie B?

«La solita bolgia. Cavalcata lunga ed estenuante. La Cremonese ha rinforzato una rosa già forte. Credo che quest’anno il Palermo non fallirà. Per il Sassuolo non darà facile dopo la retrocessione ma ha una struttura forte e mezzi importanti. Occhio al Pisa e al Brescia. Sono convinto che Bisoli renderà il Modena un avversario molto fastidioso per tutti. E poi ci sarà la solita sorpresa. Mi piace il progetto del Mantova e ho fiducia nella concretezza di Mignani che è ripartito da Cesena. Il Bari? Fallire i playoff sarebbe un fallimento. Io una piazza come la nostra vorrei vederla sempre ai vertici. Lottare per vincere il campionato stazionando tra le prime quattro. Ho fiducia in Longo, tifo anche per lui».

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