Il ritorno dello «Special One» è un misto fra romanticismo e scetticismo pallonaro. Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Alla fuga dall’Inter nella notte in cui si compiva il «triplete», undici anni fa. Quando mentre tutti festeggiavano il successo sul Bayern nel «Santiago Bernabeu», José Mourinho già disegnava il suo nuovo Real Madrid. Da quel momento l’Italia è rimasta «off limits» per il portoghese, che ha poi collezionato vittorie, ed esoneri, fra la Spagna e l’Inghilterra (cacciato da Chelsea, United e Tottenham, pochi giorni fa).
Mourinho è un allenatore controverso. Amato o odiato, non c’è una via di mezzo nella quale far viaggiare il sentimento. Ma ha esperienza e carisma da vendere. Potrà piacere o meno, ma è un personaggio clamoroso in tutto, in grado di trasmettere leadership ed esperienza all’interno di un progetto in via di costruzione, come quello della Roma. Le sue capacità motivazionali e il suo carisma restano indiscutibili e anche contagiose. Sono pochi i calciatori con i quali il portoghese non abbia legato.
Più che un grande tattico, un grande comunicatore. Non può non esserlo, uno che si autoproclamò «Special One» e che ben presto, le scommesse sono aperte, non farà fatica a proclamarsi nono re di Roma, succedendo a Francesco Totti, uno che re di Roma in età moderna praticamente lo è stato davvero.
Ma la sua è una sfida nella sfida. Roma è una città difficile, calcisticamente e anche politicamente parlando. Roma è una sorta di polveriera a cielo aperto, un vortice, dove la polemica è il pane quotidiano e il calcio è una questione dalla quale non si può differire. Mai. Roma, la capitale del mondo, è la prova delle prove. Roma ama e brucia in un attimo, eleva e butta giù alla velocità della luce. Ingovernabile, calcisticamente e politicamente parlando. Riuscirà «Mou», con il suo carisma da Campidoglio, a governarla? Intanto, si è già calato nella parte, infiammando i tifosi giallorossi con il classico «Daje».
Prepariamoci, dunque. Alla sfida a distanza con il «Mourinho del Salento» Antonio Conte, fresco vincitore dello scudetto, per esempio. A infiammatissimi derby contro la Lazio. A un campionato italiano che, ad ogni modo, recupera un «personaggione». Bentornato José. Un po’, in effetti, sentivamo la tua mancanza.