Venerdì 05 Dicembre 2025 | 13:54

Derive eugenetiche nella «fabbrica» dei bimbi perfetti

Derive eugenetiche nella «fabbrica» dei bimbi perfetti

 
Dario Ginefra

Reporter:

Dario Ginefra

Derive eugenetiche nella «fabbrica» dei bimbi perfetti

Il dibattito sulla manipolazione genetica degli embrioni umani è tornato alla ribalta dopo la rivelazione di progetti segreti per la creazione di «bimbi geneticamente perfetti»

Venerdì 05 Dicembre 2025, 12:44

Il dibattito sulla manipolazione genetica degli embrioni umani è tornato alla ribalta dopo la rivelazione di progetti segreti per la creazione di «bimbi geneticamente perfetti» tramite tecniche di editing genetico. Questa iniziativa, se confermata, rischierebbe di infangare ingiustamente l’intera comunità della procreazione medicalmente assistita (PMA), che opera con scrupolo nel rispetto delle questioni bioetiche e delle normative.

Come professionista che collabora da anni con la Pma italiana e come ex legislatore - commentando questa notizia - sento il dovere, tuttavia, di evidenziare le profonde contraddizioni della nostra legge in ambito di ricerca scientifica. La legge 40/2004 vieta categoricamente qualsiasi sperimentazione sugli embrioni umani, consentendo ricerca solo per fini terapeutici a tutela dell’embrione stesso. Paradossalmente, la stessa legge impedisce sia la distruzione degli embrioni soprannumerari sia il loro impiego nella ricerca scientifica. Questo crea una situazione assurda: migliaia di embrioni soprannumerari restano congelati indefinitamente, senza alcuna prospettiva di utilizzo costruttivo, quando potrebbero invece essere una risorsa preziosa per la ricerca medica, volta a comprendere e curare malattie genetiche gravi, senza violare principi etici fondamentali.

La contraddizione più lampante emerge dal confronto con la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza: mentre embrioni di poche cellule destinati a rimanere congelati per sempre sono considerati intoccabili, la donna può, giustamente, interrompere la gravidanza anche in presenza di accertate anomalie o malformazioni del nascituro. Questa disparità evidenzia l’inconsistenza scientifica di un approccio che attribuisce carattere di «vita» a entità biologiche in stadi di sviluppo così diversi. Ricordo bene i dibattiti che portarono all’approvazione della legge 40, quando si optò per un approccio eccessivamente prudenziale che oggi appare anacronistico e controproducente. La rigidità normativa non solo ostacola la ricerca seria e trasparente, ma crea un limbo etico inaccettabile. Paesi europei con legislazioni più equilibrate hanno dimostrato come conciliare rispetto etico e progresso scientifico, consentendo la ricerca controllata su embrioni soprannumerari entro termini definiti.

È proprio la mancanza di spazi legittimi che alimenta iniziative come quella descritta in premessa, creando vuoti normativi colmati da soggetti senza scrupoli. Una legislazione moderna dovrebbe prevedere percorsi trasparenti per la ricerca, evitando che l’innovazione si sviluppi nell’ombra senza garanzie etiche. Il mondo della PMA aiuta quotidianamente migliaia di coppie con protocolli etici rigorosissimi e non merita di essere associato a pratiche discutibili che nulla hanno a che vedere con la medicina riproduttiva responsabile.

È tempo di una riforma coraggiosa che, mantenendo saldi i principi etici fondamentali, consenta alla ricerca scientifica italiana di contribuire al progresso medico nella trasparenza e controllo democratico. Solo così consentiremo che la ricerca rigorosa e attenta alla bioetica non venga surclassata da pratiche poco etiche, se non addirittura spregiudicate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)