Lunedì 08 Dicembre 2025 | 17:55

Da Casamassima agli Stati Uniti per gli studi sulla schizofrenia: Roberta Cessa orgoglio pugliese grazie al Fullbright VIDEO

Da Casamassima agli Stati Uniti per gli studi sulla schizofrenia: Roberta Cessa orgoglio pugliese grazie al Fullbright VIDEO

 
Carmen Palma

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Carmen Palma

Un programma di studi che seleziona 5 ricercatori all'anno in Italia e che, prima di lei, ha avuto tra le sue fila studiosi come Margherita Hack e Umberto Eco

Lunedì 08 Dicembre 2025, 16:54

17:37

Da Casamassima agli Stati Uniti per portare avanti una ricerca sulle alterazioni della percezione visiva nella schizofrenia. È un orgoglio tutto pugliese Roberta Cessa, 25 anni, che da novembre si trova nella città di Rochester grazie (anche) a una borsa di studio Fullbright, un programma per dottorandi che ogni anno finanzia solo cinque giovani in tutta Italia. E che, prima di lei, ha supportato tanti altri studiosi eccelsi: tra questi, anche Margherita Hack e Umberto Eco.

«Sono davvero contenta di essere riuscita a raggiungere questo traguardo» spiega Roberta alla Gazzetta direttamente dalla sua stanza a Rochester, capoluogo della Contea di Monroe, nello stato di New York.

Il suo percorso accademico si è svolto a Padova, dove ha conseguito prima la laurea triennale in Scienze psicologiche, cognitive, psicofisiche e poi la magistrale nel corso internazionale in inglese Cognitive Neuroscience and Clinical Neuropsychology.

Poi è arrivato il dottorato in Psychological Sciences, sempre nell’università veneta, che da prassi, prevede un periodo di ricerca all’estero. E così i suoi studi l’hanno portata negli States, con l’ulteriore supporto del Fullbright. Il suo progetto è stato selezionato da una commissione di 12 membri scelti direttamente dal presidente degli Stati Uniti d’America: «Lavoro nell'ambito della percezione visiva, in particolare nell’ambito della cosiddetta psicofisica, cioè di come il cervello trasforma ciò che vediamo in un’esperienza percettiva - spiega -. Per il mio progetto di dottorato ho scelto di applicare lo studio della percezione visiva alla popolazione clinica della schizofrenia. La schizofrenia è un disturbo su cui c'è già tantissima letteratura scientifica, però ci sono ancora tantissime domande aperte. Dalle ricerche degli ultimi anni sappiamo che le persone affette da questo disturbo hanno una serie di difficoltà nei processi visivi».

«I miei studi - continua - mirano a scoprire se queste alterazioni visive siano presenti, in forma più lieve, anche nella popolazione generale con tratti schizotipici più elevati. La schizotipia è un insieme di caratteristiche della personalità, diffuse in tutti noi, che ricordano in modo attenuato alcuni aspetti della schizofrenia. Identificare differenze visive lungo questo continuum potrebbe aiutarci a individuare marker affidabili del disturbo e a chiarire quali meccanismi percettivi cambiano già nelle sue forme più lievi».

«Qui c’è una folta comunità di italiani, soprattutto di studenti - continua -. Una delle mie coinquiline è italiana, quando sono arrivata qui sono stata accolta da un italiano emigrato che è un po’ il “nonno” di noi ragazzi italiani. E poi ho anche passato il ringraziamento a New York con un altro cassanese doc: Costantino Pastore, 90 anni, ogni anno torna in Puglia per la festa di San Rocco perché ha un legame fortissimo con la sua terra.»

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