Domenica 07 Settembre 2025 | 02:58

Quella disunione che aiuta il morbo

 
Enrica Simonetti

Reporter:

Enrica Simonetti

Quella disunione che aiuta il morbo

Gli italiani uniti a cantare dalle finestre, poi gli italiani disuniti a minimizzare sul virus, poi ancora gli italiani coesi nell'abbraccio a Re Silvio e infine divisi sull'impatto mediatico della sua sorte

Sabato 05 Settembre 2020, 17:02

La facile battuta dell'”unto dal Signore” diventato untore e poi malato... non si fa. L'Italia, Paese ingovernabile da tanti punti di vista, ha mostrato inusitata compattezza e correttezza appena il signor B. è stato colpito dal coronavirus. Sarà stata solidarietà di facciata, ma tutti-tutti-proprio-tutti i nemici del Berlusca hanno gareggiato in queste ore nell'ostentare solidarietà, auguri e guarigione per lui e per la nuova compagna.

L'era del virus sarà ricordata anche per questo capovolgimento di ogni regola: gli italiani uniti a cantare dalle finestre, poi gli italiani disuniti a minimizzare sul virus, poi ancora gli italiani coesi nell'abbraccio a Re Silvio e infine divisi sull'impatto mediatico della sua sorte. Insomma, come sempre un caos.

E non potrebbe essere altrimenti, in un momento così difficile per tutti, ansimante di voglia di ripresa e ansimante di angoscia per la ripresa del virus.

Ma suscita qualche riflessione questo nuovo caso Berlusconi, così distante dalle precedenti “imprese”, così vicino al sentire umano del popolo italico, tutto sangue, sesso, soldi... ma soprattutto tutto cuore. Primo pensiero riguardo allo stravolgimento della vita mediatica e non mediatica, è la “gogna” dei contagiati, le notizie sulla salute che per norma di legge rientrano nella sfera della privacy e che invece diventano dibattito da bar Sport (cioè internet, come ci ha insegnato il grande Umberto Eco).

Ma questo è nulla se messo a confronto di un'altra follia di queste ore e cioè l'atteggiamento “sincopato” dell'italiano medio (politici in primis, dobbiamo dirlo): negazionisti che girano senza mascherina e continuano a sostenere che il “virus è solo un'invenzione” - no comment – pronti invece a gridare ai quattro venti che sono “fortemente preoccupati” per le “serie condizioni” di Berlusconi. Ma se il virus non esiste, che ti agiti a fare?

Il Paese slabbrato trova continuamente occasioni per mostrare il suo lato debole, il suo spaesamento, parola che ha nella sua radice proprio il termine “Paese”, guarda un po'. Se siamo alla Fase 2, forse è anche perché c'è tanta gente che porta la mascherina sotto il naso nel migliore dei casi o, quasi sempre, in tasca; se i contagiati aumentano negli sbarchi da aerei e traghetti dopo le serate in discoteca, certo sarà colpa dell'andamento di questa malattia, ma sarà pure un po' merito dei soliti coraggiosi. Ma se ora dovesse rinascere la correttezza, faremmo tanti passi in avanti. E, incredibilmente, li faremmo proprio ritrovando la perduta correttezza nel nome di un uomo come il grande B., sinceramente e caparbiamente scorretto per missione di vita.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)