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Puglia, le sfide a incastro del voto in Regione

 
Michele de Feudis

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Michele de Feudis

Puglia, le sfide a incastro del voto in Regione

I candidati governatori proveranno a conquistare l’attenzione e il consenso dei pugliesi «nella campagna elettorale più pazza del mondo», con temperature africane, restrizioni causa coronavirus e una crisi economica strisciante

Martedì 23 Giugno 2020, 13:30

La griglia di partenza per il gran premio delle regionali pugliesi di settembre è finalmente completata con l’indicazione da parte del centrodestra del candidato governatore Raffaele Fitto, in corsa con il presidente uscente Michele Emiliano del centrosinistra. Gli altri contendenti per la presidenza? Il sottosegretario Ivan Scalfarotto per renziani e liberaldemocratici, Antonella Laricchia per il M5S e Mario Conca del mondo civico ex grillino.

La Puglia diventa lo spazio politico di una contesa meridiana che avrà al centro del dibattito - più che le contese ideologiche - i temi caldi che interessano ai pragmatici cittadini del tacco d’Italia: in una campagna elettorale sotto il Solleone i protagonisti dovranno confrontarsi con soluzioni concrete da proporre sul futuro industriale del territorio (caso Ilva), agricoltura e fondi Ue, lotta alla Xylella, visione dello sviluppo occupazionale, rilancio del turismo falcidiato dal Covid. E sono proprio le differenze di visione ad aver finora lacerato il fronte progressista: Michele Emiliano cerca la conferma proponendo un argine all’arrivo dei sovranisti di governo (“la coalizione dei pugliesi”) ma non ha incontrato il favore di Renzi e Calenda che hanno risposto candidando il riformista Ivan Scalfarotto, mentre a Roma in tanti lavorano per una ricucitura del campo progressista (anche con soluzioni inedite e sorprendenti). Allo stato, però, Italia Viva e Azione considerano Emiliano “un populista” e il governatore ricorda ai suoi critici che il governo ha una maggioranza incardinata su un premier indicato dai 5s. La formula Scalfarotto, intanto, impegna il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova a dare prova di radicamento e consensi per Italia viva in una regione i cui dossier sono stati centrali nell’esperienza governativa di Renzi premier.

I pentastellati pugliesi, nonostante le tante pressioni per addivenire ad un modello giallorosso tipo Liguria (lì il giornalista Ferruccio Sansa è sostenuto da Pd e 5S), hanno scelto una via autonoma, puntano sulla Laricchia e su una proposta al di là della destra e della sinistra, contro “il vecchiume dei partiti”, con in preparazione anche una lista civica di appoggio aperta alla società civile. I grillini avranno anche la concorrenza del loro ex consigliere, Mario Conca, che dopo aver fatto le regionarie ed esser stato escluso dalle liste, si candida governatore.

Nel centrodestra, dopo le divisioni che hanno frenato la coalizione negli ultimi dieci anni, ieri è stata sancita una ritrovata unità intorno alla figura rassicurante e governista di Raffaele Fitto, determinato come il mediano della Juve Beppe Furino nel conquistare una nomination volta a restituire “competenza e buon governo alla Puglia”. L’accordo tra Fi, Lega e Fdi è giunto dopo roventi tavoli nazionali, con ruvide contrapposizioni tra meloniani e salviniani pronti fino a poco fa osteggiare la candidatura di Fitto. Il reale superamento degli attriti tra i sovranisti (in competizione soprattutto al Sud) sarà uno dei temi salienti della campagna elettorale a destra, fronte che i sondaggi indicano con ben 10 punti di vantaggio (come partiti) sul centrosinistra.

Adesso, dopo il semaforo verde acceso sulla griglia di partenza, i candidati governatori proveranno a conquistare l’attenzione e il consenso dei pugliesi “nella campagna elettorale più pazza del mondo”, con temperature africane, restrizioni causa coronavirus e una crisi economica strisciante. Dopo la stagione populista delle politiche 2018 - con promesse poi rivelatesi irrealizzabili, vedi Ilva e Tap - vincerà chi proporrà idee in grado di diventare azioni di governo. In tempi stretti e senza tante chiacchiere.

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