Domenica 07 Settembre 2025 | 10:43

Serve più eurosovranità se vogliamo ripartire

 
Vito Spada

Reporter:

Vito Spada

Serve più eurosovranità se vogliamo ripartire

Sarebbe un grande successo se almeno adesso i menagramo ed i professionisti dello sfascio annunciato stiano almeno zitti

Lunedì 27 Aprile 2020, 14:52

Sarebbe un grande successo se almeno adesso i menagramo ed i professionisti dello sfascio annunciato stiano almeno zitti. Siamo abituati alle loro urla e alle loro continue lamentazioni su una realtà che appare tale solo a loro, da essere assordati così tanto da non vedere i passi in avanti che l’Europa, nonostante tutto, compie nei momenti di crisi. Le decisioni del Consiglio Europeo di giovedì scorso, sono un altro esempio che la barca va. I Governi europei non potevano non appoggiare le proposte che i loro Ministri finanziari avevano negoziato ed ottenuto, con l’evidente appoggio esplicito finale dei propri Governi nazionali.

Di tutto l’armamentario finanziario, approvato dal Consiglio Europeo, quello sul Fondo Comune per la ripresa economica è ovviamente il più significativo. Abbiamo oggi l’accordo politico europeo perchè la Commissione emetta il “Recovery Fund” che è “urgente e necessario” per un importo “ di sufficiente magnitudine indirizzato ai settori e alle parti geografiche più colpite dal corona virus in Europa”. I dettagli di funzionamento di questo fondo saranno stabiliti dalla Commissione Europea che dovrà essere incardinato nel programma MFF ( Multiannual Financial Framework) che è lo strumento di durata settennale del bilancio del Parlamento Europeo.Un dato è quindi certo. I fondi destinati alla ripresa economica saranno a carico del bilancio comune dell’Europa (con l’avvio di una capacità fiscale europea) che dovrà necessariamente essere aumentato nell’importo per questo fine.

Nel comunicato finale si dice che “il benessere di ogni singolo Paese della Unione Europea dipende dal benessere dell’intera Europa “ che “abbiamo la volontà di andare avanti insieme” ed anche per questo si è approvato un “Roadmap for Recovery” collettivo che” rafforzi la solidarietà, la coesione e la convergenza” in queste quattro aree ”il funzionamento del Mercato Unico Europeo, il grande sforzo di investimento, l’azione collettiva e la funzione della governance (europea)”. Si aggiunge infine che “ siamo tutti impegnati a favorire la realizzazione del Recovery Fund dentro il sistema MFF ”. Il piano della “ Roadmap for Recovery” riguarda la risposta europea per combattere gli effetti della pandemia in Europa ovvero: il programma per limitare la diffusione de virus, la fornitura di mezzi sanitari, la ricerca medica per contrastare il virus, il sostegno alle imprese nel mondo economico, il rimpatrio dei cittadini europei all’estero e la battaglia contro la disinformazione”.Questo programma prevede da solo una spesa europea di € 1.000 miliardi. Vale la pena di ricordare che fino ad oggi la “cattiva e matrigna Europa” ha stanziato circa €3.000 miliardi per la pandemia molto di più di quanto abbiano stanziato gli Usa. Tutto questo è accaduto in poco più di due mesi, nonostante l’Europa non sia uno stabile e collaudato Stato Federale come gli Usa. Dinanzi a queste decisioni, perché mai i nostri sovranisti e populisti strillano ancora? Crediamo che il loro vero obiettivo non sia la discussione critica ma positiva con gli altri Paesi europei, la tenuta finanziaria del nostro Paese o la concreta discussione per una fattiva e maggiore integrazione europea. Il loro obiettivo è la protesta sempre e comunque per sottolineare la nostra insoddisfazione a prescindere, per poi arrivare al dunque. Dimostrare cioè che non siamo noi a volere uscire dall’Unione Europea. Sono loro, i nostri “nemici” che ci cacciano per le nostre “giuste” posizioni conflittuali. Dove “giuste” significa per loro una sola cosa “ dateci i soldi perché ci spettano, non immischiatevi nei nostri affari che non vi riguardano nemmeno sul come e dove spenderemo i capitali, perché noi a casa nostra stiamo bene anche da soli”. Come si vede una posizione folle che nega in principio l’appartenenza non solo all’Europa, ma a qualsiasi altra Istituzione Internazionale perché la mala pianta del sovranismo non concepisce la condivisione della sovranità che per loro deve rimanere legata alla tribù nazionale, al territorio ed alla sua vocazione unica ed escludente che nega l’evidenza della cooperazione e della presenza di altri Stati che, se reciprocassero alla stessa maniera, produrrebbe un continuo conflitto ed una sola soluzione finale: la guerra permanente come l’Europa l’ha vissuta per secoli. Possibile che gli italiani non vedano le contraddizioni nelle loro affermazioni sull’Europa? Non vogliono il MES perché pone condizioni inaccettabili come quelle fatte alla Grecia. Non è vero, perché il MES concederà i fondi agli Stati senza condizionalità importanti se non nel controllo della spesa nei singoli Stati. Siamo gli unici a urlare cose incomprensibili a tutti gli altri Paesi Europei.

Vogliamo gli “eurobond”, strillano ancora i sovranisti, ma davvero li vogliono? Si rendono conto che più si aumenta la condivisione del debito in Europa, più sarà necessario devolvere una parte delle nostre entrate fiscali al bilancio comune europeo? Sono pronti a farlo? E come si concilia questo con le dichiarazioni di evidente insoddisfazione contro l’Europa e gli altri Paesi europei? La decisione europea del “Recovery Fund” è un abbozzo di un futuro bilancio europeo che abbisogna ovviamente di più entrate. Dobbiamo volere più Europa politica e più sovranità condivisa , non meno Europa se vogliamo riuscire nell’impresa. Un’altra brutta notizia per i nostri urlatori sovranisti. Nello Stato Federale Americano ci sono tasse municipali, tasse statali e tasse federali. Il debito pubblico e la sua espansione fa capo solo al bilancio federale. I singoli Stati nazionali devono avere un bilancio in pareggio. Brutta notizia per i nostri incoscienti sostenitori populisti e sovranisti del debito nazionale senza limiti e senza condizioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)