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Gli annunci dell'Europa e l'Italia lasciata sola

 
Bruno Vespa

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Bruno Vespa

«Avere mezzo milione di migranti che girano per le strade senza far nulla (quando va bene…) ha portato soprattutto le fasce meno protette della popolazione a una crisi di rigetto»

Sabato 25 Agosto 2018, 15:28

Mi telefona un ammiraglio della Guardia costiera andato da poco a riposo. Sa che sono molto vicino da sempre al Corpo e mi esprime tutta la frustrazione dei suoi colleghi per la storia della nave Diciotti. «Come facciamo a non salvare chi sta in mare? Al di là degli aspetti umanitari, abbiamo l’obbligo giuridico di farlo. E una volta che abbiamo salvato questi migranti dove li portiamo?». Ho cercato di spiegare all’ammiraglio che il suo discorso è formalmente ineccepibile, ma avere mezzo milione di migranti che girano per le strade senza far nulla (quando va bene…) ha portato soprattutto le fasce meno protette della popolazione a una crisi di rigetto. 

Mi trovi un sindaco di qualunque partito – gli ho detto – che non si trovi in seria difficoltà». Una soluzione, dolorosa ma forse necessaria, sarebbe di ridurre l’area di pattugliamento in modo da limitare al massimo le possibilità d’intervento dei nostri mezzi. Nessun trafficante deve avere una sorta di appuntamento virtuale con le unità italiane, anche se dall’anno scorso i nostri interventi sono drasticamente ridotti.
Perché il governo è compatto nel difendere una posizione paradossale (nave militare italiana che non può sbarcare migranti in un porto italiano)? Perché l’Europa ci sta prendendo in giro. Tobias Piller, brillante e implacabile (con l’Italia) corrispondente del più autorevole quotidiano tedesco, la Frankfurter Allgemeine Zeitung, mi ha cortesemente anticipato un suo articolo che esce oggi con tabelle secondo cui la Germania dal ’90 ha avuto qualche milione di richieste di asilo contro le centinaia di migliaia dell’Italia. A parte gli anni successivi alla caduta del Muro, è stata la Merkel due anni fa ad aprire incautamente le porte a un milione di migranti (in gran parte siriani istruiti) dicendo una frase («Ce la faremo») di cui si è pentita amaramente perché ha semiperduto le elezioni. Noi non chiediamo ai tedeschi di prendersi altri profughi. Ma non è elegante che la Germania continui a dire «Non dobbiamo lasciare sola l’Italia» e poi abbia promesso di prendersi 50 migranti dei 447 sbarcati a Pozzallo in luglio e finora non ne abbia accettato neanche uno. Come la Spagna, l’Irlanda, Malta,il Portogallo. Come in precedenza – nonostante una raccomandazione europea del 2015 – Danimarca, Polonia, Slovacchia, Repubblica ceca, Ungheria. Niente. Solo la Francia ne ha presi 47 su 50. Su 447 dovevamo tenercene soltanto 270 e invece 400 sono ancora qui. Il fallimento della trattativa di ieri a Bruxelles, in cui non si è riusciti a condividere nemmeno uno di quei documenti che non significano niente, vuol dire che l’Italia era e resterà sola. E da sola dovrà sbrogliarsi la matassa.
Quest’anno fino al 31 luglio erano arrivati da noi 18mila migranti contro i 95mila dello scorso anno. E la cura Salvini – misurabile al netto della stretta Minniti solo da luglio – ha portato in questo mese 1.737 richiedenti asilo contro i 23.500 del 2017. Potremmo accontentarci. Ma quanti sanno che riportare a casa i migranti irregolari è quasi impossibile? Il paese più collaborativo è la Tunisia: vengono rimpatriati dall’Italia 80 clandestini al mese in due voli charter da 40 posti. Il Marocco collabora all’identificazione, ma per ragioni misteriose non accetta charter, come del resto Pakistan, Bangladesh e i paesi del Sud America. Ogni immigrato deve essere accompagnato da due poliziotti e il viaggio, compresi pernottamenti e indennità di missione per gli agenti, può costare fino a 10mila euro. Nel 2006 incontrai su un volo dal Marocco due poliziotti che avevano appena accompagnato a casa un migrante. Da allora niente è cambiato. L’anno scorso su 119mila arrivi sono state rimpatriate 6.500 persone. Che ne sarà dei nostri pronipoti?

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