«Il calcio è una metafora della vita», recitava Jean Paule Sartre. Perché il mondo del pallone, con i suoi rituali, le mille sfaccettature, l'altalena di emozioni, i drammi e i melodrammi, è lo specchio della nostra vita quotidiana.
Così, più il Napoli si avvicina allo scudetto, più aumenta la tentazione di rileggere la storia dello Stivale all'insegna della contrapposizione «Sarrismo»-«Allegrismo». Una chiave di lettura che parte dal Sud, tradizionalmente il ventre molle di ogni zona del mondo, per riesumare voglia di riscatto e tentativi di cambiamento. Perché Napoli, una città in delirio, vuol dare un calcio ai problemi.
La filosofia calcistica che ispira i due allenatori racchiude contraddizioni dal sapore antico: meglio l'elogio della bellezza di Sarri o il pragmatismo di Allegri?
Nel Belpaese a due velocità. la rivincita della provincia sulla metropoli - nel caso in cui i parteneopei riescano a resistere fino alla fine e a effettuare l'operazione sorpasso tricolore - ha il profumo del revisionismo storico. Il Sud è stato sempre il primo nemico di se stesso, penalizzato in tutte le classifiche che contano, dalla qualità della vita al reddito.
Il vento del «Sarrismo» potrebbe spazzare tutto questo. Capovolgerebbe l'Italia approfittando del pallone. La tuta incollata sulla pelle del Mourinho di provincia, una nota stonata rispetto allo stile giacca e cravatta della Vecchia Signora, sfata i miti. A cominciare dal virtuosismo societario dei bianconeri, interpretazione moderna del concetto di un'azienda dinamica, funzionale, efficace, professionale.
Si può lavorare così anche a Napoli. Si possono ottenere gli stessi risultati anche all'ombra del Vesuvio.
La vittoria del Napoli a Torino dimostra come ci sia una squadra assemblata dalle nostre parti, in grado di lottare, divertire, capitalizzare energie e risorse. L'elogio del sacrificio e la cultura operaia di Sarri, l'allenatore dopolavorista, rappresentano un segnale di cambiamento importante.
L’estetica batte il senso pratico. Ma uno dei tesori del Mezzogiorno non è proprio la bellezza del territorio? La bellezza di Sarri come la bellezza di Dostoevskij: la prima salverà il Sud, la seconda salverà il mondo.
Gaetano Campione