Ci sono storie che nascono dal dolore ma si trasformano poi in gesti di responsabilità per aiutare gli altri. Come quella di Gaetano De Michele, 29 anni, tarantino. La sua infanzia non è stata semplice: fin da piccolo ha conosciuto la crudeltà del bullismo, risate e giudizi per il suo aspetto fisico e l’obesità. Poi, un giorno, qualcosa è cambiato: «Ho capito che il vero limite non era il mio corpo, ma i pregiudizi degli altri. È stata la musica a darmi una nuova possibilità». Prima con la nonna Lidia, con la quale cantava fin da bambino, poi insieme al maestro Mario Rosini e al giornalista Francesco Leggieri, con cui ha scritto il primo singolo, «Non mi deludere». Oggi Gaetano ha fondato l’associazione «Gli Angeli dello Spettacolo», con cui porta avanti progetti artistici e sociali a favore dei più fragili: giovani vittime di bullismo, ragazzi con disabilità, persone ai margini.
Che cosa l'ha segnata del suo passato?
«Non mi aspettavo tanta cattiveria soprattutto da parte dei miei compagni di scuola. Poi la società di allora era diversa, c’era meno sensibilizzazione, non ci si poteva aprire nel dialogo per timore di essere giudicati o presi di mira. Oggi ho realizzato che con la mia storia posso aiutare gli altri».
Quando ha capito che il suo esempio poteva essere d’ispirazione per chi soffre?
«Nel 2016, mio zio, che vive a Brescia, mi ha messo in contatto con amici a Milano che mi hanno aiutato nell'apertura dell'associazione, che nasce per dare spazio artistico ai ragazzi diversamente abili. Prima di fondarla avevo partecipato a spettacoli con ragazzi con sindrome di Down, e ho notato in loro una forza interiore incredibile, nonostante le difficoltà erano sempre genuinamente felici. Ho deciso di unire musica e arte con la loro energia»
E sappiamo che presto arriverà anche un brano, «Chi male fa», con il sostegno dei ben noti City Angels...
«Ho conosciuto il presidente Mario Furlan, fondatore dei City Angels Italia che si occupano di aiutare persone in difficoltà, soprattutto senzatetto. Hanno sedi anche in Svizzera ed è nata una collaborazione artistica».
Poi c'è in cantiere uno spettacolo teatrale-musicale per raccontare la sua storia, rivolto alle scuole...
«C’è un’urgenza reale di sensibilizzare i ragazzi, di indirizzarli sulla strada giusta. Il bullismo va raccontato, e va fatto presto, per prevenire episodi di violenza fin dall’infanzia. Voglio portare azioni di sensibilizzazione concreta».
Insomma, qual è il suo grande obiettivo?
«Non punto a “diventare famoso”. Il mio intento è lenire la mia sofferenza aiutando gli altri. Se anche solo una persona potrà stare meglio grazie alla mia storia, avrò raggiunto il mio riscatto».
















