Sabato 06 Dicembre 2025 | 16:06

«FreddissiMAlinconia», con Artefatta linguaggio ed elettronica si fondono

«FreddissiMAlinconia», con Artefatta linguaggio ed elettronica si fondono

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

«FreddissiMAlinconia», con Artefatta linguaggio ed elettronica si fondono

È uscito il primo singolo pubblicato da The Orchard: la 22enne cresciuta a Massafra inaugura un universo sonoro fatto di parole scomposte. Il 27 dicembre al Fuck Normality il progetto prenderà vita per la prima volta dal vivo insieme al producer Giacomo Greco

Sabato 06 Dicembre 2025, 14:44

È uscito ieri, 5 dicembre, “FreddissiMAlinconia”, il primo singolo di ARTEFATTA, nuova voce dell’alt-pop che fa del linguaggio spezzato, dell’elettronica contaminata e del paradosso emotivo la propria identità artistica. Pubblicato da The Orchard, il brano segna l’ingresso ufficiale di Francesca Marchetti – ventiduenne nata a Pietra Ligure e cresciuta a Massafra (Ta) – sulla scena musicale contemporanea, introducendo un immaginario dove la parola diventa materia da scomporre e l’emozione un circuito che si inceppa e riparte.

Prodotto da Giacomo Greco (Inude), “FreddissiMAlinconia” vive nell’oscillazione continua tra euforia e apatia, in un flusso sonoro che procede, si interrompe, riprende, come un pensiero ricorsivo che non riesce a tacere. Il titolo è una parola fusa e fratturata, in cui quel “MA” centrale è deviazione, spaccatura e consapevolezza: il punto in cui controllo e disordine si urtano, creando la tensione emotiva che regge tutto il brano. 

Il progetto troverà una sua prima, decisiva incarnazione dal vivo il 27 dicembre, quando Artefatta salirà per la prima volta sul palco all’interno del Fuck Normality, il festival di musica elettronica ospitato nel Castello di Corigliano d’Otranto (LE). Una manifestazione che fa convivere performance visive, live, djset e sperimentazione, cornice ideale per un debutto che si annuncia tanto intenso quanto immersivo. Sul palco con lei ci sarà Giacomo Greco alla console, per accompagnare l’artista nella presentazione ufficiale del progetto.

Come nasce questo titolo e cosa rappresenta il concetto di malinconia fredda?

«“Freddissima” e “malinconia” si sono attirate da sole durante la scrittura, come due estremi che convivono dentro di noi. Per me la nostalgia è calda e legata a ricordi concreti, mentre la malinconia è più astratta, fredda, una tristezza senza nome che ci attraversa. “FreddissiMAlinconia” racchiude proprio questa lucidità gelida, e il “MA” al centro diventa il simbolo del conflitto, il punto in cui fine e inizio coincidono. È l’immagine di ciò che viviamo quando crolliamo e ci ricomponiamo, osservandoci da fuori senza riuscire a fermare il movimento interiore».

Quanto conta la sperimentazione linguistica nella costruzione dei testi in tutto il progetto?

«È il centro del mio processo creativo: tutto nasce dal suono delle parole più che dal loro significato. Scrivere, per me, è un gesto fisico: smonto i termini, li sposto, li divido, li libero dalla loro rigidità per vedere cosa rivelano quando si deformano. Non scelgo razionalmente cosa modificare, seguo un flusso in cui è il suono a guidare il senso. In quel disordine emergono emozioni e pensieri che non saprei esprimere in modo lineare. È lì che la lingua diventa un terreno aperto, dove ciò che è rotto trova nuove combinazioni. Anche il nome ARTEFATTA nasce da questo gioco: una parola che si piega e continua a significare».

La sua musica unisce alt-pop, elettronica, hyper-pop e UK garage. Come sceglie le contaminazioni stilistiche e quali sono le influenze principali?

«Nascono in modo spontaneo, da un rimescolamento naturale di tutto ciò che amo. Sono molto legata al cantautorato italiano e alla scrittura: leggere mi ispira e influenza i miei testi. I miei ascolti sono eterogenei e mi piace la musica in tutte le sue forme, ma alla fine ho sentito il bisogno di unire il mio amore per il linguaggio a un suono capace di accogliere le strade contorte delle mie emozioni, e questo suono è l’elettronica e il mondo sperimentale. Molte artiste mi hanno ispirata: Rosalía, Grimes, Melanie Martinez, Charli XCX, FKA Twigs, per la loro libertà e il continuo reinventarsi. Più di tutto, però, mi ispira la ricerca costante del particolare oltre il quotidiano e la banalità».

Nel brano descrive il paradosso di mostrarsi “vera anche quando si percepisce distorta”. Quanto c’è di autobiografico in questo approccio?

«C’è molto di autobiografico: spesso mi percepisco “distorta”, con emozioni amplificate e confuse, una sensazione di non riconoscersi del tutto pur restando lucidi. Nel brano racconto proprio questo: il tentativo di essere autentici anche quando ci si sente fuori fuoco, spezzati, sopraffatti da se stessi. La sperimentazione nasce dal modo in cui traduco questo stato in musica e parole, deformando il linguaggio e lasciando che il suono guidi il senso. Così il linguaggio diventa insieme arma e scudo, un modo per scappare all’inizio ma poi affrontare le emozioni».

La collaborazione con Giacomo Greco è centrale per il suo debutto. Come è nato questo incontro?

«In un club del Salento: lui stava suonando e la sua musica mi ha colpita così tanto da spingermi a proporgli una collaborazione. Quel momento è stato determinante. Mi ha accompagnata fin dal giorno zero, seguendo ogni mio flusso creativo e lavorando insieme a me al Reciso Studio, dove abbiamo passato intere giornate a suonare senza sosta. Ha creduto profondamente nel progetto e mi ha sostenuta in tutto. Collaborare con lui è una fortuna: ogni giorno mi insegna qualcosa e mi arricchisce. È un producer e manager straordinario, insieme a Cristiana Francioso, e proprio l’unione di queste energie e visioni ha trasformato le idee in suono, permettendomi di uscire finalmente dalla cameretta».

Il debutto live al Fuck Normality il 27 dicembre al Castello Volante di Corigliano D’Otranto sarà il suo primo appuntamento dal vivo. Quali emozioni prova a portare sul palco un progetto così personale e sperimentale?

«È il luogo ideale per questo debutto: uno spazio di sperimentazione e creatività tra i più interessanti sul territorio. Condividere il palco con nomi come Populous, Bluemarina, Mantis e Fresh Rucola sarà un onore. Per me significherà dare movimento a tutto ciò che ho creato, condividere fragilità ed energia facendo entrare per la prima volta il pubblico in risonanza con le mie emozioni. A gestire un’emozione così grande mi aiutano due cose: il lavoro mirato e costante, guidato tra gli altri professionisti anche dal mio maestro di danza e coach Andrea Conversano, direttore della SBAM Art School, che ha modellato la performance e mi ha spinto oltre i miei limiti; e soprattutto il sostegno della mia famiglia e delle persone che amo, che mi accompagnano nei momenti più delicati di questo percorso così esposto. Ogni mio piccolo traguardo lo devo anche a loro, che hanno sempre creduto nei miei obiettivi».

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