Disubbidire ai tempi iper-narcisistici e individualistici, ritrovarsi attorno al fuoco tutti insieme, per riaccenderlo e recuperare il senso del «noi»: questo l’intento di Community vol. 1, nuovo album dei salentini Crifiu, in uscita martedì 29 aprile per Dilinò. Un primo volume di un poderoso progetto che la band protagonista del panorama nazionale di world music e sound mediterraneo propone con i primi nove brani e tanti ospiti di prestigio, da Yuri e Max dei Nomadi ai Modena City Ramblers, da Lucio Fabbri della Pfm a Sherrita Duran (Gospel Voices di Zucchero), fino a Pierdavide Carone, Cortese, Antonio Amato e Consuelo Alfieri (voci dell’Orchestra de La Notte della Taranta), Zouratié Koné dal Burkina Faso e i salentini Après La Classe con Cesko e Puccia, featuring del singolo di lancio Merci, già nelle radio. La «Gazzetta» ha intercettato la band, composta da Antonio Ancora (voce), Luigi De Pauli (chitarre e synth), Sandro De Pauli (fiati e programmazioni), Marco Afrune (basso), Enrico Quirino (batteria) per raccontare questo nuovo capitolo della loro lunga storia.
Partiamo dal significato della parola «community» e perché avete deciso di pubblicare due volumi separati.
«Sicuramente la divisione in capitoli nasce dalla volontà di cercare di far fruire meglio i brani, in questo mondo che va così veloce c’era il rischio che si perdessero. Invece anche se sono due volumi, è un tuttuno, alcuni li porteremo già dal vivo quest’estate. Gli ospiti li abbiamo già annunciati tutti per dare un senso di unità».
Ecco, proprio gli ospiti. Sono tanti e prestigiosi, come si intersecano certi rapporti?
«È bello dire che con tutti c’è una vicinanza umana e una comunione di intenti. Per esempio con Pierdavide c’era un’antica amicizia, lo avevamo intercettato prima che vincesse Ora o mai più, è stata una casualità e pensavamo - una volta entrato nel circuito - che lo avremmo perso. Invece ha trovato il tempo per partecipare lo stesso. E vale per tutti, il titolo Community è anche un modo formale per sottolineare il senso di “chiamarli a raccolta”, tutti uniti sotto gli stessi principi».
Merci è il singolo di lancio, che ha anche delle citazioni letterarie, dal Cantico delle Creature a Borges, Mariangela Gualtieri...
«La nostra attenzione è tanto per i suoni, quanto per le parole. Nel brano recuperiamo la tradizione del Laudato Si’ per ringraziare, esprimere il miracolo della vita in tutte le sue sfumature. E da lì abbiamo scoperto tante poesie che avevano questo tipo di riferimento, anche nei confronti delle ombre che fanno scoprire gli aspetti più luminosi dell’esistenza. Nuotiamo nella palude delle difficoltà della vita, ma con umiltà cerchiamo di scrivere canzoni, che inizialmente piacciano a noi, perché cantarle all’infinito in studio e sul palco non ci deve stancare».
Il disco esce anche in cd, vinile e chiavetta usb, come vivete il rapporto tra “fisico” e “digitale”?
«Social e piattaforme ormai sono i canali principali su cui vengono pubblicate le canzoni, a volte mancano proprio gli strumenti per recepire i prodotti fisici, perfino le auto non hanno più il lettore cd. Eppure da un lato crediamo che se scoppiassero i social, ci farebbero un favore. Si è raggiunta un po’ la saturazione rispetto a questa mancanza di contenuti. Noi puntiamo ai concerti, ci piace il contatto nelle piazze, niente intelligenza artificiale. Evviva la tecnologia, il nostro sound è elettronico, usiamo sequencer e strumenti, ma suoniamo tutto dal vivo».
Spesso e volentieri toccate temi universali e delicati, la pace, l’uguaglianza. Come si fa a non essere retorici?
«Cerchiamo di evitare luoghi comuni e frasi fatte. Poi anche nei live portiamo un racconto in immagini, dando grande importanza alla parte visual, guardandoci intorno e toccando tutti i nostri temi portanti, dalla multiculturalità al Mediterraneo. Abbattiamo i muri anche nei suoni, con incursioni rap e hip hop, quello che c’è di bello nella musica contemporanea lo assorbiamo senza emulare».
Sulla parte visual, appunto, avete lavorato con la street artist La Pupazza...
«Eravamo fan reciproci gli uni dell’altra, ci siamo conosciuti a Tricase. Ha un linguaggio pop magico, assurdo, e abbiamo sfruttato questa sua residenza a Tricase per realizzare tutti i lyric video (e perfino le felpe e le scarpe che indossiamo sono opera sua)».
E adesso cosa vi aspetta?
«Abbiamo qualche data già fissata, il 30 aprile per esempio saremo in piazza Giovanni XXIII ad Avetrana, ma stanno arrivando tanti concerti e occasioni per vederci dal vivo. E francamente non vediamo l’ora».