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Nicola Morisco
07 Giugno 2020
Tanto striminzito non sarà lo Striminzitic show. Trattandosi, infatti, di Renzo Arbore il divertimento e l’intrattenimento intelligente non mancheranno. Si parte domani, lunedì 8 in prima serata su Rai Due, con la prima puntata del nuovo programma dell’82enne showman foggiano. Dopo la prima serata di oltre due ore, lo show poi passerà in seconda serata con appuntamenti da un’ora (in onda dal martedì al venerdì) per altre 20 puntate. Arbore sarà affiancato da Gegè Telesforo, mentre a firmare il programma ci sarà anche lo storico autore dell’anchorman foggiano, Ugo Porcelli, assieme a Giovanna Ciorciolini, Gian Luca Santoro e lo stesso Telesforo per la regia di Gianluca Nannini. Striminzitic show è interamente realizzato a casa di Arbore e riordinerà il suo archivio nel quale non c’è solo la sua carriera personale, ma la storia del costume italiano. Prima di passare all’intervista, però, Arbore da pugliese doc rivolge un pensiero alla situazione della Gazzetta.
«Quando La Gazzetta del Mezzogiorno mi chiama, per me è semplicemente la Gazzetta. Lo ha scritto la Gazzetta. Da bambino mio padre mi diceva: “Oggi è uscito sulla Gazzetta”. Quando esce un mio articolo, il papà di Gegè mi chiama per dirmi “oggi sei uscito sulla Gazzetta, te la mando? E io rispondo: ce l’ho sul digitale. Questo per dire che la Gazzetta è un suono che mi è sempre stato familiare, è il giornale della mia regione, quindi faccio molti voti affinché rimanga e diventi ancora di più il giornale di noi pugliesi e non solo».
Finalmente ha deciso di ritornare in Tv con un nuovo programma?
«Sì, anche se la gente, purtroppo, dimentica e si ricorda sempre di “Quelli della notte” o “Indietro tutta”. Ho fatto un calcolo, partendo da “Speciale per voi”, il primo programma in bianco e nero dove ho presentato per la prima volta Lucio Battisti, passando per “L’Altra Domenica” e altri ancora, ho realizzato 18 format. Quindi, diciamo che ci sono sempre stato. “Striminzitic show” corona, anche se la parola è brutta di questi tempi, il successo di un programma che realizzo sulla mia web Tv. Nelle settimane di lockdown, infatti, mi sono occupato della mia web Tv (Renzo Arbore channel.tv), dandone molta visibilità sui social e ottenendo grandi risultati di pubblico con un palinsesto dominato dalla “cultura del sorriso” di provenienza partenopea».
Com’è articolato il programma?
«Diciamo che è una sorta di Arbore & Friends. È una grande antologia di malefatte, accanto a me e Gegè si vedranno tanti artisti che hanno collaborato con me come Michele Mirabella, Lino Banfi, Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Lillo & Greg, Elio e le storie tese, Fausto Leali, Nino Frassica e tanti altri. È un programma fatto in casa, la mia, dove ci saranno due operatori, il fonico e il regista. Il Coronavirus è ancora in giro e non ci permette di allargarci».
Ha vissuto la quarantena utilizzando la sua Tv e pensando a questo programma?
«Sì, stando molto attento. L’ho vissuta in casa proprio mettendo in ordine il mio archivio. Poi Gegè, curiosando nelle mie cose, ha trovato tanta roba e mi ha detto se volevo fare un programma, così è stato».
Che ruolo avrà la musica?
«Determinante. Insieme ai sorrisi, che credo siano la cosa di cui abbiamo più bisogno adesso dopo tanta pena, ci sarà tanta musica: a iniziare dalla sigla “Por dos besos”, una canzone di Bruno Martino che abbiamo riscoperto con l’Orchestra Italiana. La sigla è girata a piazza del Popolo con 100mila persone, ovviamente prima del Coronavirus».
Nel suo archivio ha scoperto qualche chicca che aveva dimenticato?
«Tante, ho trovato delle immagini in cui cantavo con Gino Paoli una canzone napoletana, mi ha commosso. Ho trovato delle stupidaggini che ho fatto in giro con Gegè girando con l’Orchestra Italiana con la quale ho fatto più di 1500 concerti. Siamo stati costretti a fermare la tournée che prevedeva anche concerti in Puglia, ma presto torneremo».
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