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Taranto, dopo 10 anni i Misteri sfilano in Città vecchia. Il vescovo: «La guerra? Gesù ci insegna la non violenza»

 
Redazione online

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Il discorso per il corteo: «Imparare lezione più difficile»

Venerdì 18 Aprile 2025, 19:58

20:09

TARANTO - La processione dei sacri Misteri chiude i Riti della Settimana Santa di Taranto. Un anno particolare questo 2025 per via di una serie di eccezionali eventi. Dopo 350 anni dalla fondazione dell’Arciconfraternita del Carmine, quest'anno si festeggia un importante compleanno, regalandosi un nuovo Gonfalone, dipinto dal maestro Roberto Ferri, artista tarantino di grande talento, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.

Per non parlare dell'ennesimo dono alla comunità tarantina che vi mostriamo in queste immagini: il ritorno della processione dei Misteri in Città vecchia, a 10 anni esatti dall’ultima volta in cui i simulacri hanno percorso le strette strade del cuore di Taranto.

«Mentre il nostro cuore si stringe lasciamoci sorprendere dalla tenerezza di Gesù che sgomina la cattiveria con il bene, con la non violenza, con il perdono, con il dono della sua vita. È qui il Signore, che continua a porgere l'altra guancia a ciascuno di noi, dandoci l’unica lezione che davvero cambia l’umanità: l’amore». Lo ha detto l’arcivescovo di Taranto Ciro Miniero nel discorso in occasione della processione dei Misteri. «Vi invito a guardare questi simulacri - ha aggiunto - e a chiedere a Dio di aprire i nostri occhi per guardare le bombe israeliane che cadono sull'ospedale di Gaza». «Chiediamo - ha affermato ancora - di poter ascoltare il boato dei missili russi che scoppiano sui nostri fratelli e sorelle di Sumy, in Ucraina, colti da un attacco mentre andavano a pregare la scorsa Domenica delle Palme. Chiediamo di riportare nel cuore guerre dimenticate come il conflitto in Sudan con oltre cinque milioni di sfollati e migliaia e migliaia di morti». Per il presule «sfila innanzi a noi, non una sofferenza di duemila anni fa, sfila innanzi a noi il dolore di oggi. Non temete nella vostra mente di rivestire questi misteri non con le iconiche tuniche del redentore, né del mantello romano dello scherno, ma con gli stracci di gente che fugge dal suo paese, di indumenti di fortuna del clochard sotto casa, di camici asettici di una sala operatoria, della mimetica di giovani soldati mandati a morire». «Indugiate pure - ha insistito mons. Miniero - scorgendo nella portantina del Cristo morto, i bambini che hanno perso la vita. Sì, il mondo non fa che insegnarci che al male si risponde con il male, ma è contemplando lo scandalo della croce di Gesù che noi veniamo ad imparare la sua lezione più difficile».

«Vorrei che tutti coloro che in questi giorni desiderano concorrere per le prossime amministrative nutrissero la sola ambizione del bene: quello che ci può dare Taranto è direttamente proporzionale al bene che sapremo donarle con spirito di gratuità. Finché guarderemo alla cosa pubblica come occasione personale sbarreremo la strada della speranza per Taranto». Così l’arcivescovo di Taranto Ciro Miniero nel discorso in occasione della processione dei Misteri. «Davvero la nostra storia passata e recente - si è chiesto - non riesce ad illuminare coscienze generose secondo verità e giustizia guidate dalla più autentica carità? Preghiamo perché il lamento e la sfiducia non siano il solito alibi tutto nostro per abdicare alle nostre responsabilità e doveri». Mons. Miniero ha parlato di «una comunità che stenta a rialzarsi, che fa fatica a nutrire sentimenti di appartenenza vera e di abnegazione. Dobbiamo permettere a questa fede, che celebriamo pubblicamente in questi Riti, di ispirare sentimenti di amore e soprattutto di suscitare vocazioni missionarie al bene comune». Quindi il vescovo ha citato il «sindaco santo», Giorgio La Pira, per il quale «nessuno, per nessuna ragione, ha il diritto di sradicare le città dalla terra ove fioriscono: sono la casa comune che va usata e migliorata; che non va distrutta mai».

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