Un errore materiale nella valutazione delle offerte e, di conseguenza, la rimodulazione della classifica. È in estrema sintesi quello che il raggruppamento di imprese arrivato secondo nella gara per la realizzazione del Parco della Giustizia chiede ai giudici del Tar di verificare, ordinando la sospensione dell’appalto aggiudicato dal Demanio poco più di un mese fa.
La gara da oltre 300 milioni di euro prevede la costruzione entro il 2027 dei nuovi uffici giudiziari in quattro edifici disposti a quadrifoglio e immersi in un grande parco urbano all’interno dell’area delle ex caserme militari dismesse Milano e Capozzi nel quartiere Carrassi.
Il ricorso al Tribunale amministrativo, con contestuale istanza cautelare di sospensiva, è stato depositato dal Rti con capogruppo Manelli Impresa spa insieme a Debar Costruzioni, Guastamacchia, Consorzio Itm e Coebo, che contesta l’aggiudicazione al raggruppamento che ha come società mandataria la Costruzioni Barozzi spa.
Il principale motivo di ricorso riguarda proprio la valutazione dell’offerta tecnica da parte della commissione, con particolare riferimento al punteggio attribuito in base al protocollo «leed», che definisce la sostenibilità energetica degli edifici. Il disciplinare di gara conteneva una tabella con tre colonne, differenziate per colore (verde, gialla e rossa), ciascuna delle quali indicava le modifiche possibili sulle prestazioni energetiche (relative, per esempio, alla scelta dei materiali, dell’involucro, degli infissi): l’offerta poteva ottenere fino a 11 punti modificando altrettante voci sulle 15 indicate nella tabella «gialla» e facendole diventare «verdi».
Nel ricorso del raggruppamento di Manelli, che ha ottenuto tutti gli 11 punti, è spiegato che Barozzi avrebbe ottenuto per errore gli stessi 11 punti. Dall’analisi degli elaborati - spiegano le imprese ai giudici - si evince che 6 punti sarebbero stati ottenuti modificando voci della colonna «gialla», come richiesto dal disciplinare di gara, mentre altri 5 sarebbero stati spostati dalla «rossa» su criteri non richiesti che, quindi, non avrebbero dovuto dare punti.
Se venisse accertato questo presunto «errore materiale» fatto dalla commissione nella attribuzione dei punteggi, Barozzi otterrebbe cinque punti in meno, diventando seconda. Stando alla classifica che ne ha decretato la vittoria, Cobar ha ottenuto 90 come punteggio complessivo. I secondi classificati (Manelli) hanno raggiunto 86,58 punti, quindi quasi 4 in meno. La rimodulazione dei punteggi ribalterebbe l’esito della gara, attribuendo il primo posto in classifica, e quindi l’aggiudicazione dell’appalto, al raggruppamento di imprese con mandataria Manelli.
Ci sono poi altri motivi di ricorso relativi, per esempio, ai tempi e ai costi di realizzazione del nuovo polo giudiziario. L’offerta del raggruppamento di imprese che ha vinto prevede, evidenzia il ricorso al Tar, tempi più lunghi e costi più alti dell’offerta dei secondi classificati: Cobar ha offerto il 5% ribasso sui tempi, mentre Manelli il 20%; il ribasso sui costi, poi, ammonta per Cobar allo 0,5%, per Manelli al 3,5%. Se la classifica, quindi, venisse ribaltata, l’opera potrebbe essere realizzata ad un costo inferiore di circa 10 milioni di euro e in un quinto in meno del tempo previsto.
Ma ora tocca ai giudici valutare le questioni sollevate e stabilire se siano fondate e tali da sospendere la gara.