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Bari, le discariche abusive soffocano le periferie: è allarme

 
Rita Schena

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Rita Schena

Individuati 60 siti dai volontari dell’associazione Gens Nova

Domenica 04 Luglio 2021, 10:00

BARI - Discariche illegali. Una piaga che non si riesce a debellare per l'impossibilità a cogliere sul fatto chi abbandona materiali di ogni genere nelle campagne. E che rappresentano una bomba ecologica con il conto alla rovescia già innescato: prima o poi qualcuno darà fuoco a quei cumuli, aggiungendo danno ambientale ad altro danno. Un fenomeno in crescita costante come sottolineato negli anni da associazioni di volontari, spesso impotenti davanti a cumuli di materiale inerte o pericoloso. A soffrire sono le periferie, le campagne abbandonate, dove la presenza umana e il conseguente controllo non c'è più. Sacchetto selvaggio, ma soprattutto pneumatici, elettrodomestici, lastre di eternit, prodotti di scarto da lavori edili, tutti materiali che dovrebbero essere smaltiti adeguatamente e che invece vengono abbandonati da chi non si vuole prendere carico di alcuna responsabilità (e costo). Gli elettrodomestici vengono bruciati per poi recuperare il rame o il ferro, che entrano nel ciclo della raccolta illegale, tutto il resto viene abbandonato nelle campagne, dove anno dopo anno sotto i colpi della pioggia, caldo e vento, viene assorbito dai terreni, inquinandoli irrimediabilmente.

E se con i roghi, il fumo che si sprigiona segnala inequivocabilmente la presenza di materiale plastico che brucia, le micro discariche sono più difficile da individuare in assenza di una vigilanza e mappatura costante. «Ecco perché abbiamo realizzato una App apposita, “Mymap”, che possa raccogliere tutte le segnalazioni dei nostri volontari e strutturarle in forma di mappatura – spiegano dall'associazione Gens Nova -. Al momento attorno a Bari sono oltre 60 i siti ove insistono sversamenti di rifiuti». È da un anno che il gruppo di lavoro per la prevenzione dei fenomeni a danno dell’Ambiente e della Salute Pubblica di Gens Nova OdV raccoglie dati, il risultato è un lavoro certosino documentato da foto e indicazioni geolocalizzate. «Nell'arco di quest'ultimo anno abbiamo pattugliato periferie, campagne, strade interne. Il nostro lavoro è stato raccogliere tutti i dati e poi inoltrare alle autorità competenti tutte queste segnalazioni. Questa mappatura è stata anche memorizzata su file e inoltrata al competente Ministero della Transizione Ecologica, per il tramite della Prefettura di Bari. Ora speriamo che qualcuno passi dalla segnalazione all'intervento di bonifica sul presunto danno ambientale. Le foto non sempre raccontano le verità per intero, abbiamo visto campagne bellissime deturpate da cumuli di rifiuti maleodoranti. La nostra fattiva collaborazione istituzionale come volontari, cerca sempre di tutelare la “vittima” principale, l’ambiente, di fatto indifeso e degno di tutela. Purtroppo dobbiamo constatare che gli ecoreati stanno divenendo sempre più una piaga dilagante del nostro territorio, aggredito e violentato da individui senza scrupoli, che traggono vantaggio e profitto a discapito della salute pubblica ».

I rifiuti non smaltiti legalmente sono il delitto più grave per l'ambiente. I luoghi sono spesso sempre gli stessi: le campagne attorno a Bari, Bitonto, quartiere San Paolo, Loseto e Sant'Anna. Un vasto territorio impossibile da controllare. Molti problemi nascono per i tanti terreni abbandonati, gli stessi proprietari non hanno alcun controllo e così diventano luoghi ideali per chi vuole smaltire illegalmente di tutto. Purtroppo in un territorio così vasto il controllo del territorio è difficile, specie con pochi mezzi a disposizione. Si riesce ad intervenire in un posto, magari si riesce anche a bonificare un'area e i predoni del rame o chi sversa rifiuti si spostano. In un gioco del domino che non si riesce a fermare.

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