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Notte della Taranta, i social plaudono allo spettacolo: «Non era l'anno in cui urlare»

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

E su Facebook l'esperimento di un gruppo d'ascolto con appassionati da tutta Europa

Domenica 30 Agosto 2020, 13:02

Oltre 230 persone collegate perfino dall’estero, dall’Olanda alla Spagna, che si sono «assembrate» in maniera virtuale per guardare insieme la Notte della Taranta 2020. Un’idea partita dal Salento e nata su Facebook, un vero e proprio «gruppo d’ascolto» che ha seguito la messa in onda su Rai2 e ha commentato il Concertone di Melpignano. È stata solo una delle tante iniziative che hanno contribuito al successo social della 23esima edizione dell’evento: in tutta Italia gli hashtag #nottedellaTaranta e #Taranta23 sono entrati in tendenza sui social, arrivando fino al secondo posto tra i più citati: un’impresa non facile, dato il giorno e l’orario della messa in onda, a tarda sera.

Tra gli utenti molto apprezzamento per il tono sommesso, quasi «sussurrato» di questa edizione, in un anno in cui «non c’era bisogno di urlare». «Raffinata» è stato l’aggettivo più utilizzato per descrivere l’atmosfera generale: «Una resa scenica curata a puntino per la tv - si legge in un commento - si percepisce un lato ‘drammatico’, ma anche una forte passionalità, specie nelle coreografie». I primi «applausi virtuali», infatti, sono stati proprio per i ballerini, guidati dall’estro dell’israeliana Sharon Eyal, e che hanno fatto sentire un po’ la mancanza delle danze sfrenate sotto il palco: «Vi dico come mi immagino in questo momento - dichiara sul web un’appassionata - vestito lungo da gitana, scarpe basse, capelli legati, ballando come una pazza».
Il primo superospite a comparire è il tarantino Diodato: il 2020 è il suo anno e i complimenti non si sprecano: «Magia», «Nella sua voce c’è un mondo intero, dolore e speranza allo stesso tempo», «Perfetto per questa edizione, col suo stile e il suo timbro», «Un colpo al cuore, una ballata struggente e stupenda». Anche la presenza a sorpresa di Jovanotti, che accompagna l’orchestra in video su «Mi devo muovere» è apprezzata: «Non sono un fan di Lorenzo - si legge su Fb - ma in questo contesto non mi è dispiaciuto affatto»; «Quelle parole “Mi devo muovere/trovare il posto mio” non potevano essere più azzeccate», è uno dei commenti su Twitter. Per l’universo social Mahmood, secondo superospite, è perfetto nell’intensa interpretazione in arabo: «Il Medioriente incontra la pizzica, stupendo», «Lo preferisco in queste versioni meno sguaiate». E Gianna Nannini, sul finale con «Fimmene Fimmene», riceve plausi per lo studio del dialetto salentino: «Pronuncia quasi perfetta, promossa!», «Splendido l’arrangiamento elettronico, il Maestro Buonvino si è superato».

I commenti «negativi» si contano sulle dita di una mano, quasi sempre da parte di utenti non appassionati del genere: «Spettacolo troppo televisivo», «L’accento barese di Rubini, voce narrante, era un po’ fuori luogo», «Troppo evidente l’impronta della sfilata di Dior», ricordando l’evento leccese in piazza Duomo a inizio estate. Ma nel complesso l’edizione è piaciuta tanto: «Livello altissimo, una svolta», «Meritava la prima serata», «Delicato e gradevole da vedere in tv, è durato troppo poco», «Quest’anno non ci sono le bancarelle, il pullman per arrivare a Melpignano, il sudore e il ballo scatenato. C’è peró Sergio Rubini che affabula con parole che sanno di ulivi e terra bruciata, c’è Diodato che trasforma uno stornello in una melodia elegante, c’è un intero racconto che ci ha ricordato una delle nostre tradizioni più belle anche in un anno così difficile. Grazie».

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