FOGGIA - Il colpo di scena era dietro l’angolo. Il sindaco Franco Landella, una vita in Forza Italia, ha oggi ufficializzare l’abbandono del suo partito e l’adesione alla Lega di Salvini. Un passaggio che dovrebbe chiudure una lunga stagione di rancori e dissidi di ordine politico direttamente collegati alla mancata candidatura della cognata di Landella, ovvero Micaela Di Donna, fondatrice di Forza Italia, prima dei non eletti al Consiglio regionale nelle elezioni di cinque anni fa e con un risultato elettorale tutt’altro che disprezzabile alle politiche di due anni fa tenuto conto dell’effetto Cinquestelle a Foggia come nel resto del Paese.
La mancata candidatura della Di Donna, sia in Forza Italia, sia in Fratelli d’Italia e nella stessa Lega dopo un sondaggio avvenuto qualche settimana fa, è stato registrato da Landella come un affronto di carattere personale.
Ecco spiegata la decisione di restare nell’arcipelago del centrodestra ma di prendere un’altra strada anche se si attende l’ufficializzazione di oggi. Ma non potrebbe essere altrimenti, se è vero che il leader nazionale della Lage, Matteo Salvini, è ogi arrivato a Palazzo di città (VEDI LE FOTO DI MAIZZI) per una manifestazione di ordine politico e che lo stesso sindaco Landella ha fissato una conferenza stampa trenta minuti dopo. Insomma, ci sono tutti gli indizi che portano l’attuale sindaco di Foggia verso il lido della Lega.
Bisogna capire se con Landella si schiereranno o meno almeno nove consiglieri comunali che hanno aderito - almeno ufficiosamente - alla posizione del sindaco. Con questa decisione è evidente che sfuma definitivamente l’ipotesi di un passaggio di Landella e della sua truppa nell’arcipelago del centrosinistra con il presidente Emiliano. Le trattative non sono mancate - anche con esponenti romani del Partito democratico - per una adesione non diretta ma collaterale attraverso un movimento politico. Troppo poco tempo per realizzare questa fusione.
Sta di fatto che invece la decisione di Landella è soprattutto contro Forza Italia, il partito che lo ha visto crescere, e che oggi è in dissonanza con il primo cittadino di Foggia.
Nel corso della conferenza di oggi inoltre si comprenderà se la decisione di Landella - che ripetiamo va comunque ufficializzata - comporterà o meno anche un rimpasto nell’esecutivo di Palazzo di città. In questi casi non è escluso che il rimpasto possa esserci dopo l’approvazione in consiglio comunale della manovra di bilancio e delle linee programmatiche.
Tra le altre ipotesi che pure circolano alla vigilia dell’arrivo di Salvini a Palazzo di città e della conferenza domenicale del sindaco, anche quella delle dimissioni del sindaco (ci sarabbero poi venti giorni per ritirarle) per favorire un chiarimento di ordine politico che a questo punto verrebbe sollecitato anche dal candidato presidente del centrodestra, Fitto, tutt’altro che propenso ad affrontare una campagna elettorale con le lacerazioni ed i rancori nell’amministrazione di Palazzo di città.
SALVINI: «FURTO DI DEMOCRAZIA» - «Non vogliamo neanche pensare ad un furto di democrazia e alla mancata riapertura delle scuole e se qualcuno al governo a Roma avesse questa malsana idea sappia che come Lega siamo pronti ad organizzare i genitori che portano i bimbi a scuola a settembre e i pugliesi che vogliano andare a votare a settembre». Lo ha detto a Foggia il leader della Lega Matteo Salvini, che oggi ha presieduto all’ufficializzazione del passaggio da Forza Italia al partito del Carroccio del primo cittadino Franco Landella.
«Non pensino - ha risposto Salvini ad un giornalista che parlava di un possibile rinvio dell’inizio scuola e delle elezioni - neanche lontanamente di togliere il diritto allo studio e il diritto di voto altrimenti la gente va a votare lo stesso e i bimbi vanno in classe lo stesso senza mascherina e senza banchi con le rotelle».
SALVINI: «AVREI CHIUSO I PORTI» - «Se fossi stato al Governo, prima di chiudere negozi, locali, bar e discoteche avrei chiuso i porti, perché il problema arriva da lì, non arriva dai ragazzi che fanno l’aperitivo». Ne è convinto il leader della Lega, Matteo Salvini, che questa mattina a Foggia ha parlato anche di emergenza Covid.
Salvini è tornato sul tema della riapertura delle scuole: «da papà - ha rilevato - sono preoccupato perché avere mio figlio e mia figlia in mano alla ministra Azzolina mi lascia tutt'altro che tranquillo però i pugliesi e gli italiani sono più forti e supereremo anche la catastrofe Azzolina».
SALVINI: «77 LISTE A SOSTEGNO DI EMILIANO, HANNO PAURA» - «Sono arrivato a contare circa 77 liste a sostegno di Michele Emiliano, alcune delle quali prese dall’album delle figurine Panini e hanno dimostrato una fantasia notevolissima». Lo ha detto a Foggia il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando delle prossime elezioni regionali in Puglia. «Questo - ha detto Salvini - è sintomo di paura, qui non c'è da inventarsi nomi e cognomi, qui c'è da recuperare 15 anni di tempo perso.
«Vendola e Emiliano - ha aggiunto - sono stati per la Puglia e per i pugliesi 15 anni di tempo perso; anche le responsabilità di un centrodestra che negli ultimi 15 anni ha sempre litigato e si è sempre diviso. Solo grazie alla generosità della Lega, per la prima volta, il centrodestra è compatto e i pugliesi potranno finalmente scegliere il cambiamento». «Leggevo - riprende Salvini - anche di Emiliano che ha provato disperatamente fino all’ultimo a comprarsi pezzi di Cinquestelle. Un presidente del Consiglio, per altro foggiano, con tutti i problemi che hanno le famiglie e le imprese italiane, invece di parlare di cassa integrazione e scuola perde il tempo a cercare inciuci politici fra Pd e 5 Stelle e manco i suoi lo ascoltano in Puglia»
LE PAROLE DI LANDELLA - «Sul campanile del Comune continuerà a sventolare la bandiera della città. L'occupazione dell’Aula consiliare per lo spettacolino del ducetto Landella e del razzista Salvini è l’ennesimo atto di arroganza di un sindaco sfiduciato dal suo partito e costretto a trasformarsi in leghista per continuare a tenersi la poltrona». Lo affermano il segretario cittadino Davide Emanuele del Pd di Foggia e cinque consiglieri comunali.
«Con lui migra un bel plotoncino di assessori e consiglieri comunali, i suoi fedelissimi portatori d’acqua e di voti. Il risultato di questa operazione trasformistica - viene rilevato - è duplice: umiliare gli elettori, che non hanno scelto un sindaco leghista; balcanizzare il Consiglio comunale, già ostaggio delle lotte intestine al centrodestra. La dignità del Comune è stata calpestata e sfregiata per regalare a Salvini un indegno spot elettorale a causa della mancata candidatura della cognata del sindaco, mica nell’interesse di Foggia e dei Foggiani».
«Ci opporremo - concludono - con tutte le nostre forze a questa vergogna politica e chiameremo la città democratica a mobilitarsi a tutela della propria dignità».