Qual è la vera Pasqua, che dal greco significa “passare oltre”, passaggio?
Ciò che può preparare e accogliere il nostro passaggio da uno stato interiore ad un altro, dall’odio alla pace, dal dolore alla gioia, è la nostra capacità di lasciare andare, di perdonare.
Il perdono è un atto di straordinaria libertà e coraggio. Non si tratta solo di una pratica religiosa, ma di un’esperienza profondamente umana. È il momento di lasciar andare i pesi del passato, di liberarci dalle catene dell’odio e del risentimento che possono soffocare il nostro spirito e limitare il nostro potenziale d’amore, verso noi stessi e verso gli altri.
Ma prima ancora del perdono serve la capacità negativa. Un'abilità cognitiva descritta per la prima volta dal poeta John Keats nel 1817: “Quando l'uomo è capace di stare nelle incertezze, nei misteri, nei dubbi, senza essere impaziente di pervenire a fatti e a ragioni”.
Saper stare nella sospensione, nell’assenza di sicurezza, nel non sapere, perdendo una parte di noi per accogliere ciò che arriva. Permettendoci di entrare in contatto con le emozioni, le sensazioni e i sentimenti che questa instabilità comporta. Ascoltarli, sentire il dolore, il fastidio, l’ansia, la paura e accoglierli, con fiducia, considerandoli parte di noi, che equilibra il sistema complesso del nostro organismo. E così normalizzarli e lasciare che facciano il loro corso, lasciando il posto alla fiducia, alla pace, alla serenità, pur restando nell’incertezza del futuro.
Questo che stiamo vivendo è il tempo dell’incertezza, della complessità e più riusciremo a restarci dentro con pace, più riusciremo a trovare il nostro equilibrio interiore ed esteriore, attraverso i nostri valori, le nostre priorità e il nostro benessere.
Solo così possiamo davvero risorgere, leggeri e liberi, pronti a lasciarci trasportare dal flusso della vita con gioia e serenità. Possiamo affidarci ad una dimensione spirituale che ci avvolge e ci trascende, restituendoci al contempo l’appagamento del bisogno di infinito insito nella persona e il contenimento del nostro limite umano, che in essa viene elevato.
Che questo periodo pasquale sia un momento di pace, di gioia e di profonda connessione con noi stessi e con coloro che amiamo.