«Il piano della chiusura e della Cassa integrazione è stato completamente ritirato, e soprattutto ci è stata data assicurazione che lo stabilimento ex Ilva di Taranto continuerà a rifornire di coils l’impianto di Genova. Allo stato degli atti, questo tranquillizza sia il sindacato che i lavoratori, e anche un pò tutti noi come Regione Puglia ed enti locali». Lo dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al termine dell’incontro con il ministro Urso convocato a Roma nella sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
«Ci è stato confermato - ha aggiunto Emiliano - che il piano di decarbonizzazione va avanti in vista dell’individuazione di un acquirente. Sullo sfondo resta la questione posta da tutti noi: nel caso in cui non si dovesse trovare un acquirente privato, nelle modalità consentite dalla legge lo Stato deve assumere la responsabilità della gestione dello stabilimento».
«Inoltre - ha spiegato il governatore uscente -, è stata presentata una serie di ipotesi di investimento, alcune le conoscevamo già, altre sono cose nuove, che offrono la possibilità di riallocare alcune centinaia di eventuali esuberi nel corso del tempo. Si tratta - conclude - di progetti che hanno una concretezza abbastanza relativa, ma che comunque appaiono dotati di una certa serietà dato il prestigio e la reputazione delle imprese che si sono fatte avanti». All’incontro con il ministro Urso, hanno presenziato anche il sindaco di Taranto Piero Bitetti, il sindaco di Statte Fabio Spada e il presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano.
LA NOTA DEL MIMIT
Dall’incontro al Mimit tra il ministro Adolfo Urso, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Pietro Bitetti, il presidente della Provincia Gianfranco Palmisano e il sindaco di Statte Fabio Spada è emerso che «non vi è alcun piano di chiusura» per l'ex Ilva e che «il processo di decarbonizzazione resta prioritario». Lo rende noto il Ministero delle Imprese e del Made in Italy in un comunicato congiunto con Regione Puglia, Provincia di Taranto e Comuni di Taranto e Statte.
Secondo quanto riportato dal Mimit, il programma di manutenzione avviato dai commissari straordinari è finalizzato a «ripristinare entro marzo una capacità produttiva di almeno 4 milioni di tonnellate». Confermato inoltre che «non è previsto alcun incremento di lavoratori in cassa integrazione e in formazione» e che «la continuità produttiva degli stabilimenti del nord dell’ex Ilva verrà garantita esclusivamente attraverso la fornitura di coils dallo stabilimento di Taranto».
Il Ministero riferisce anche che il governo è impegnato a garantire «la continuità produttiva e il percorso di decarbonizzazione», valutando, se necessario, «l'intervento di un soggetto pubblico a supporto del piano industriale». Le interlocuzioni avviate con importanti player hanno portato a individuare «oltre 15 potenziali progetti di investimento» nei settori manifattura avanzata, energia, logistica, tecnologie digitali e agroindustria, con ricadute occupazionali rivolte in via prioritaria al bacino ex Ilva e all’indotto.
Le aree individuate comprendono porzioni non più produttive dello stabilimento (140 ettari disponibili e 30 da bonificare), aree demaniali portuali, aree del demanio militare e oltre 2.000 ettari nel Consorzio Asi di Taranto. «La transizione industriale - conclude il Mimit - avverrà nel pieno rispetto delle tutele occupazionali, adottando ogni misura utile, incluse misure straordinarie».















