Le parole della senatrice Fdl Lavinia Mennuni sulla maternità, su cui verte il dibattito partitico tra conservatori, progressisti e moderati, scuotono l’opinione pubblica, che ormai da tempo, anche per la rinnovata centralità del tema della parità (opportunità) di genere a seguito degli episodi di femminicidio, è tornata a interrogarsi sul ruolo sociale della donna.
Per la Mennuni, è necessario fare in modo che la società con le istituzioni pubbliche e private promuovano la maternità come una missione per la donna, primaria e parallela alle altre ambizioni della vita, in modo da far tornare di moda tra le ventenni, sposarsi e fare famiglia, per essere cool (di tendenza) e per contrastare il calo demografico.
La replica dell’opposizione (PD, Italia Viva e 5Stelle), attribuisce arretratezza di pensiero e ritorno al passato per questa affermazione, che vede la donna prioritariamente nella sua funzione sociale biologica, invece che tutelare la sua libera scelta e la sua identità personale di genere.
La scelta è il punto di equilibrio tra un approccio arcaico e stereotipizzato che attribuisce alla donna responsabilità e funzione di ruolo coniugale e genitoriale -senza o con scarsa possibilità di armonizzazione e realizzazione con altri ruoli pubblici e privati- e una visione innovativa, moderna socialmente integrata della donna, in cui essa possa essere libera di esprimere sé stessa in uno o più ruoli e funzioni personali.
La scelta presuppone la libertà. La donna oggi non è ancora libera di scegliere, perché decidendo di generare, dovrà caricarsi di un costo sociale che nessuno le paga.
Una libertà che da un lato è personale e soggettiva – derivante dalla consapevolezza di sé e dalla propria autodeterminazione nel decidere come contribuire alla propria realizzazione in accordo con uno scopo anche socialmente riconosciuto – e dall’altro è oggettiva, derivante dalle reali opportunità di riconoscimento della sua libertà, nelle relazioni affettive e coniugali (che siano paritarie nella divisione di ruoli e compiti famigliari e domestici), nel lavoro e nelle organizzazioni, nei ruoli sociali che le consentano di conciliare i ruoli della personalità negli ambiti della vita (ad es. servizi per l’infanzia e la crescita), in assenza di giudizi e discriminazioni e/o aspettative di sorta.
Infatti, la maternità, è anche una vocazione, che necessita desiderio, impegno e dedizione, che può essere anche conseguita a posteriori, ma va consapevolizzata per essere assolta con coscienza e amorevolezza e poiché non è l’unico mezzo di realizzazione femminile, occorre ricordare altri tipi di maternità e genitorialità, non biologici, più affini ad aspetti educativi, spirituali e di accudimento, che comunque comportano l’appagamento di un bisogno donativo e al contempo offrono il contributo pro-sociale atteso.
È vero che viviamo in un inverno demografico che sta comportando pesanti conseguenze sul piano economico e sociale, ed è anche vero che non possiamo mettere sulle spalle delle donne il peso di una soluzione che avrebbe comunque delle ripercussioni in termini evolutivi, sulla salute e sul benessere complessivo della società, che dovrebbe comprimere e reprimere bisogni fondamentali e aspirazioni naturali della sua importante componente di genere, proprio ora che appare più evidente l’effetto prodotto dalla violenza di genere e dall’assenza di parità del recente passato.
La maternità ha un valore in un progetto – anche di co-genitorialità - ed ha bisogno di essere riscoperta da una sensibilità ritrovata nella propria interiorità, conoscendo il valore di dare la vita non solo pro-creando ma amando, prendendosi cura con cuore e sentimento delle creature, a cui viene donata la vita mentre essi la ri-donano ai propri genitori, in una relazione di rinascita comune. Se questo modo di accogliere la maternità si coniuga anche con una missione sociale, ben venga e allora possiamo aiutare le giovani donne e i giovani uomini a riscoprire la bellezza delle diverse forme di amore e contributo comunitario che nella curva della crescita psico-fisica e spirituale li condurranno anche alla realizzazione di sé, oltre che alla co-costruzione del tessuto sociale di cui la generatività ne rappresenta le fondamenta.