Gli antichi stucchi settecenteschi sulle volte, i dipinti degli anni '30, le ampie scalinate e le pavimentazioni originali di Palazzo Starita in piazza del Ferrarese, nel centro storico di Bari, sono stati oggetto di un restauro conservativo durato due anni e mezzo che restituisce oggi l’edificio alla città, un tempo dimora privata, per farne uno spazio espositivo e culturale.
I lavori di consolidamento statico e riqualificazione funzionale dell’immobile, approvati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bari, sono stati finanziati con quasi 6 milioni di euro dalla Fondazione Puglia. L’edificio restaurato, inaugurato questa mattina, si estende su circa 2mila metri quadrati e si affaccia contemporaneamente su via Venezia, piazza del Ferrarese e piazza Mercantile, ponendosi come punto cardine tra la città vecchia e il borgo murattiano.

Il progetto di recupero comprende il primo e il secondo piano, dove vi saranno spazi espositivi per mostre ed iniziative culturali e il terzo piano che è già occupato dagli uffici della Fondazione. Inoltre, vi sarà un roof garden, un caffè letterario e la loggia sul Palazzo del Sedile. In occasione della inaugurazione è stata allestita la mostra fotografica di Giuseppe Corcelli «Old Bari by Night», visitabile gratuitamente su prenotazione da domani al 19 dicembre, dalle 9 alle 12 e dalle 13 alle 16.
«Palazzo Starita è uno degli edifici storici più importanti della città - ha detto il sindaco di Bari Vito Leccese -. Dai primi decenni del Settecento domina lo spazio tra le due principali piazze del centro storico e in passato è stato anche sede municipale. La riqualificazione funzionale di questo luogo restituisce alla città un nuovo contenitore culturale, molto importante per una città che crede molto nella cultura come leva di crescita sociale». «Simbolo di memoria e bellezza, Palazzo Starita rappresenta un bene che continua a raccontare chi siamo. Il suo recupero - ha affermato il presidente della Fondazione Puglia, Antonio Castorani - contribuisce a rafforzare l’identità culturale della nostra comunità, perché l’edificio, così ricco di storia, è un patrimonio che appartiene a tutti»
















