Il 24 luglio scorso tra i lettori che scrivono a La Gazzetta, si legge, “la bellezza salverà il mondo (Dostoevskij), ma chi salverà la bellezza?”
La bellezza è un tesoro prezioso nascosto dentro di noi, che va conosciuto, custodito e alimentato. È quella disposizione d’animo che attinge al bello e al buono che è in noi. Per il filosofo e teologo Roberto Almada, la coscienza è il luogo più profondo e intimo della persona, dove l’uomo incontra Dio.
Ma anche per chi ha convinzioni diverse, la coscienza è quel nucleo profondo dell’essenza della persona dove essa riconosce il positivo, l’ineffabile, l’infinito che appaga. La spiritualità è una dimensione della persona che consente di oltrepassare le cose materiali e di individuare l’insondabile, fatto di sensazioni, percezioni, sentimenti. L’immaterialità della coscienza può portare a dare ad essa un valore inferiore, poiché appunto insondabile con facilità e oggettività, ma invece è un filtro capace di cogliere e valorizzare il positivo, di generare bellezza.
Il riso improvviso di un bambino è capace di diffondere gioia e leggerezza, come l’armonia presente in un bosco apparentemente inanimato, o i profumi naturali dei fiori e i suoni del mare o, lo scambio di saluti tra due conoscenti per strada che può favorire la generazione di bellezza o trasmettere indifferenza. Se ci permettiamo di unirci per qualche secondo all’interiorità dell’altro e ci lasciamo toccare nella nostra, attraverso uno sguardo, un momento di ascolto, una domanda finalizzata a com-prendere e ad ascoltare, possiamo sentire dentro di noi un sentimento di bontà alimentato dalla relazione, che resterà in entrambi anche dopo l’interazione e in seguito trasmesso ad altri.
Si tratta di attivare la sfera della socialità, la capacità di emozionarci e di provare a sintonizzarci con i nostri sentimenti ed emozioni, che sono comunque una cognizione, ovvero un modo per comprendere e comunicare con noi stessi e con gli altri. La pausa estiva può essere un’ottima alleata, in quanto ci solleva dall’idea di non dover perdere tempo e ci consente di immergerci in questa dimensione interiore e spirituale, sia attraverso momenti di solitudine ricercata, sia attraverso i rapporti umani.
Il tempo, in realtà, è guadagnato, anche se “perso”, poiché speso per una buona causa: per guadagnare il grande valore della bellezza interiore che si riflette anche nella capacità di crearla attraverso parole, azioni e comportamenti prosociali, diffondendola intorno a noi.