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Vinitaly, il punto sulla Puglia: «Il vino della regione galoppa, numeri importanti»

 
Barbara Politi

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Barbara Politi

Le interviste a Eugenio Manieri, direttore consorzio tutela Salice Salentino, e a Novella Pastorelli, presidente Consorzio di tutela Primitivo di Manduria

Mercoledì 17 Aprile 2024, 12:36

15:45

Le interviste a Eugenio Manieri, direttore consorzio tutela Salice Salentino, e a Novella Pastorelli, presidente Consorzio di tutela Primitivo di Manduria

VERONA - «I consumatori italiani di vino, soprattutto giovani, scelgono il top dell’offerta, il prodotto italiano di qualità che rappresenta i territori e l’artigianalità. L’enoturismo sta diventando un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Paese, con conseguente rilancio positivo del territorio e del turismo, anche straniero».

Secondo Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato, i dati diffusi dall’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis, che ha raccontato come si evolve nel tempo il rapporto degli italiani con il vino, sono dunque positivi. L’indagine, che analizza similarità e differenze dei modelli di consumo per età, ha messo in evidenza modelli di rapporto con il vino e dati relativi al consumo transgenerazionale. Nell’ultimo ventennio sono i giovani tra i 18 e i 34 anni ad aver bevuto di più, scavalcando nelle percentuali i 35-64enni e gli over 65. Per il mondo giovanile il vino è veicolo di relazionalità e convivialità: ben il 67,7% ama consumarlo in compagnia di altre persone, il 45,3% nei luoghi del fuori casa e il 34,4% durante i pasti.
Tutte le classi d’età sono fedeli alla bottiglia Made in Italia: il 96,5%, in tutte le età, dei consumatori predilige il vino nazionale. Il 96,2% degli italiani pensa che il vino italiano rappresenti la qualità, ma anche il gusto, la tradizione, l’identità e la sostenibilità. Senza dimenticare l’emozione: il 54,8% dei connazionali afferma che la scelta di un buon vino lo emoziona e, fra questi, il 53,7% dei giovani.
Consensi crescenti sul fronte dell’apprezzamento per le variazioni territoriali dei vini, l’87,9% valuta positivamente le autoctonie.

Viceversa, in calo, negli ultimi dieci anni, il numero di aziende agricole con coltivazione di vite, che passano da 388.881 nel 2010 a 255.514 nel 2020. Se diminuiscono le imprese industriali impegnate nella produzione di vino (meno 3%), aumentano, invece, i prezzi del vino: più 6,2% tra il 2021 e il 2023.
«Emerge l’elemento positivo dell’aumento del 5% dei giovani che bevono in modo consapevole vino, collegandolo indissolubilmente alla relazionalità e alla convivialità, tenendo conto anche della qualità –; ha commentato Giorgio Piazza, presidente della Fondazione Enpaia, a margine della presentazione al Vinitaly dell’indagine - Gli adulti bevono vino in una modalità diversa, a pranzo e a cena, legandolo a una convivialità più tradizionale. Si tratta comunque di un consumo transgenerazionale che mette in evidenza come il vino sia un prodotto che accompagna intimamente lo stile di vita di tutti gli italiani». 

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