TARANTO - Aria tesa davanti allo stabilimento ex Ilva di Taranto dove prosegue il presidio delle aziende dell’indotto. Nel mirino degli operai esasperati dalla situazione di crisi, c’è l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli.
Il governo avrebbe allo studio norme da inserire in un prossimo decreto per salvaguardare i crediti delle aziende dell’indotto ex Ilva. Lo riferiscono fonti sindacali presenti all’incontro con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e la ministra del Lavoro, Marina Calderone.
«L'amministrazione straordinaria dell’Ilva? È una storia già vista. L’azienda era entrata in amministrazione straordinaria nel 2015, e ne era uscita nel novembre 2018 firmando il contratto con ArcelorMittal. Alla fine dell’amministrazione straordinaria aveva accumulato debiti e navigava in cattive acque. La storia si ripeterà. È inevitabile». Lo dichiara in una nota il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti in merito alla concreta possibilità che per Acciaierie d’Italia si debba far ricorso all’amministrazione straordinaria non essendo stato trovato un accordo tra socio privato e partner pubblico per fronte alla crisi finanziaria. Questa volta, però, la questione, osserva l’ambientalista, è ancora più delicata «con un’azienda ancora più indebolita e nel cono d’attenzione della magistratura che sta indagando per l'aumento dell’inquinamento nonostante i lavori di messa a norma formalmente eseguiti».
Nella vertenza ex Ilva «ci sono 20mila famiglie coinvolte, è necessario intervenire subito dando tutela ai lavoratori e facendo scelte chiare. Pare evidente, soprattutto nell’ultimo periodo, che ArcelorMittal sia in qualche modo colpevole di questa situazione. Il governo deve passare dalle dichiarazioni ai fatti, deve assumere la responsabilità dell’azienda e lavorare affinchè il sito produttivo» di Taranto «venga rilanciato». Lo dice il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ospite di «Restart» su Rai3. «Non c'è molto tempo», rimarca Bombardieri sostenendo, in generale, che in questi anni «non sono state fatte scelte strategiche sulle politiche industriali» nel Paese.
«Garantire la liquidità dei crediti e delle fatture scadute alle imprese dell’autotrasporto dell’indotto, ancor prima che si concretizzi il rischio che la gestione dell’ex Ilva passi in amministrazione straordinaria». E' quanto chiede Casartigiani Puglia attraverso una lettera inviata oggi ai ministri Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del Lavoro, Marina Calderone. Gli autotrasportatori hanno deciso che rimarranno in assemblea, alla portineria C dello stabilimento di Taranto, «fino a quando non verranno saldati tutti i crediti e le fatture».
Secondo il coordinatore regionale di Casartigiani Puglia è "inammissibile che la fine e la chiusura dello stabilimento venga attribuita ai lavoratori dell’indotto che nell’ultimo mese hanno fermato i lavori: Se siamo giunti a questo punto è solo unicamente colpa dell’amministrazione delegato». «Non accettiamo - tuona Castronuovo - che ci vengano addossate delle responsabilità e delle colpe inesistenti. Gli autotrasportatori e i lavoratori dell’indotto hanno prestato servizio, fino al mese scorso, pur anticipando ingenti somme di denaro che non sono ancora state restituite».
Il coordinatore di Casartigiani Puglia rimarca «la disperazione in cui vivono le tante famiglie, negli ultimi anni, coinvolte nella vertenza ex Ilva: Non è possibile - conclude - che in un Stato democratico e di diritto, come l’Italia, vengano totalmente ignorati i diritti costituzionali delle piccole imprese. Siamo stanchi di essere considerati la ruota del carro».