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Droga dalla Puglia a Potenza: 9 arresti in Basilicata, la droga arrivava da Altamura

 
Redazione online

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Due persone sono finite in carcere e sette ai domiciliari

Mercoledì 17 Febbraio 2021, 07:48

12:59

Nove ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e sette ai domiciliari, sono in corso di esecuzione da parte della Polizia nell’ambito di un’operazione contro il traffico illecito di droga a Potenza e in altri comuni della provincia. L’operazione, denominata Trilogy2, è coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano. La Polizia sta notificando anche altri quattro provvedimenti cautelari (obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria).
Gli investigatori hanno individuato «il canale di rifornimento delle rete di spacciatori, che sono tutti residenti ed operanti a Potenza e in provincia. La droga, infatti - è spiegato in un comunicato diffuso stamani dalla Questura di Potenza - veniva acquistata in provincia di Bari». Gli uomini della Squadra Mobile di Potenza, «coadiuvati dagli operatori del Reparto prevenzione crimine Basilicata e del personale del Commissariato di di Gravina in Puglia (Bari) stanno eseguendo anche numerose perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile della Polizia penitenziaria di Trani. Impiegati circa 70 agenti della Polizia di Stato con il supporto aereo di un elicottero del Reparto volo di Napoli».

(foto Tony Vece)

Arrivava da Altamura (Bari) la cocaina che veniva poi spacciata a Potenza: è questo uno degli elementi al centro dell’operazione antidroga della Polizia che stamani ha portato a nove arresti (due in carcere e sette ai domiciliari) e a quattro obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. In particolare, gli investigatori hanno accertato che l’approvvigionamento avveniva nel parcheggio dell’ospedale "Fabio Perinei» della città pugliese.
Le accuse, a vario titolo, nei confronti delle 13 persone indagate sono detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e violazione della sorveglianza speciale. Le indagini - secondo quanto reso noto in un comunicato firmato dal Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio - sono cominciate dopo una denuncia per estorsione consumata negli ambienti dello spaccio nel capoluogo lucano ed Avigliano (Potenza).
A Potenza le «intense attività» di spaccio avvenivano in un parco pubblico, al rione Macchia Romana, in viale Marconi, in viale Firenze, nei pressi di piazza Don Bosco, in contrada Sant'Antonio La Macchia e in viale del Basento; ad Avigliano nel centro storico e nei pressi della stazione ferroviaria.

Sono in carcere Francesco Forte, di 32 anni, e Pasquale Giorgio (30). Si trovano invece ai domiciliari Claudio Lapenna (34), Luna Telesca (27), Miriam Caterina Moretti (21), Ferdinando Natrella (38), Donato Santarsiero (35), Rocco Santarsiero (38) e Maurizio Bochicchio (31).
L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stato emesso nei confronti di Francesco Papappicco (43), Rocco Sabia (26), Consuelo Rossiello (26) e Giuseppe Pace (71).

PM, GRUPPO ESTREMAMENTE PERICOLOSO - Gli approvvigionamenti di droga avvenivano in Puglia, spesso nel parcheggio di un ospedale di Altamura (Bari) considerato «maggiormente discreto», per rifornire le piazze di spaccio a Potenza, con una rete «ancora rudimentale, ma estremamente pericolosa": le indagini - illustrate stamani nel capoluogo lucano, nel corso di una conferenza stampa - sono infatti cominciate da un’estorsione subita da uno spacciatore, che è arrivata fino alle minacce di morte.
Quello che emerge dalle ultime indagini - hanno spiegato il Procuratore di Potenza, Francesco Curcio, il pm Sarah Masecchia, e il dirigente della Squadra mobile, Donato Marano - è un "quadro articolato», con la suddivisione della città in piazze di spaccio, e con l’offerta di diverse tipologie di stupefacenti, «non capillarmente organizzato» ma con una "pericolosità e una struttura» che devono «destare allarme sulla situazione a Potenza e nel potentino».
Le «trattative» per l’acquisto della droga e per lo smercio tra i pusher avvenivano quasi esclusivamente tramite sms: i corrieri spesso erano donne, «che - secondo gli investigatori - avevano più facilità di eludere i controlli», e al momento non sono emersi particolari collegamenti con clan o altre organizzazioni per la gestione del mercato complessivo di stupefacenti nel Potentino. 

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