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Bari, un patrimonio accumulato con rapine e furti: GdF sequestra beni per un milione a Giovanni Cassano, fratellastro di Antonio

 
Redazione online

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L'uomo dichiarava un reddito quasi inesistente, ma aveva case e macchine intestate ai familiari

Venerdì 13 Ottobre 2023, 09:51

13:50

BARI - Avrebbe accumulato dagli anni Novanta a oggi un ingente patrimonio attraverso attività illecite, tra cui furti, ricettazioni, rapine ed estorsioni utilizzando anche la violenza e l’uso di armi. Per questo oggi la Guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro di prevenzione di beni per circa un milione di euro nei cofronti di Giovanni Cassano, 51 anni, pregiudicato barese nato da un’altra relazione del padre dell’ex calciatore di Bari, Roma e Real Madrid, Antonio Cassano.

Condannato in via definitiva a quasi sette anni di reclusione per ricettazione, furto, rapina, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, evasione e attualmente attualmente sotto processo per vari furti commessi in tutta la Puglia, Giovanni Cassano avrebbe vissuto «abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose» e «senza soluzione di continuità», come si legge nel provvedimento che dispone il sequestro, sin dagli anni Novanta.

Sotto sigilli sono finiti un appartamento e un box intestato alla figlia nel quartiere San Paolo di Bari, una casa intestata al figlio a Modugno, tra macchine (tra cui una Jeep Renegade) intestate ai tre figli e varie disponibilità finanziarie (conti correnti e postali) riconducibili allo stesso Cassano, alla moglie, ai figli e ai nipoti. La finanza ha rilevato «Incoerenze reddituali» tra le sue dichiarazioni dei redditi e quanto speso per il sostentamento familiare dal 2008 al 2022: «gli accertamenti reddituali», emerge dagli atti, hanno evidenziato una «costante e grave sproporzione tra entrate lecite e uscite».

Le indagini hanno riguardato il periodo 2008-2022. I finanzieri, attraverso l’analisi di documenti - tra cui gli atti di compravendita di beni e atti pubblici che hanno interessato anche il suo intero nucleo familiare - hanno verificato come la sua capacità reddituale lecita, «quasi inesistente», non fosse «tale da giustificare, complessivamente, l’accrescimento patrimoniale avvenuto negli anni in cui si è manifestata la pericolosità sociale del soggetto investigato». Nel periodo in cui si è reso responsabile dei reati, l’uomo avrebbe acquisito «ingenti disponibilità finanziarie» utilizzate anche per l'acquisto di case e macchine, intestate poi ai propri familiari».

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