È uscito ieri, mercoledì 11 gennaio, «Come mi vuoi», nuovo singolo del salentino Wepro (al secolo Marco Castelluzzo, classe '93), brano rock con marcate influenze elettroniche che anticipa l'album d'esordio e canta la voglia di essere se stessi e il non volersi piegare alle convenzioni sociali, al giudizio della gente. Peculiari del singolo sono le frasi incompiute, lasciate cadere in toni canzonatori che rimarcano l’esasperazione rivolta al continuo autoelogiarsi delle persone. Il sound della canzone affonda le sue radici nella necessità di dare al rock una sfaccettatura fresca, con l’obiettivo di trovare un equilibrio sonoro tra digitale e analogico, tra nuovo e vecchio. Per questo la purezza delle imperfezioni degli strumenti suonati è stata mantenuta come caratteristica portante del singolo, lasciando trasparire la voglia di evasione presente nel brano da ascoltare a tutto volume in auto o da gridare durante un concerto.
Parlando del brano, Wepro afferma: «Lo scopo di “Come mi vuoi” era quello di creare un rock attuale, contaminato dalle macchine ma senza perdere l’attitudine live. In fase di registrazione si è deciso di lasciare da un lato la purezza della live band, registrata in presa diretta con tutte le sue imperfezioni e sbavature e dall’altro, di estremizzare l’uso del digitale, ovvero synth, distorsioni, modulazioni di suono. In particolare, un grosso lavoro è stato fatto sulle chitarre, sulle quali le saturazioni sono state usate in maniera inusuale e quasi “esagerata”, portando al risultato sperato:chitarre che a tratti sembrano synth ma rimangono chitarre, con tutta la dose di umanità necessaria. Un risultato del tutto equilibrato dove le macchine e l’imperfezione sono in perfetta sintonia».
Ad accompagnare la release anche un videoclip: «L’idea era quella di rappresentare il luogo dove la “macchina umana” veniva costruita, dove le anime e i caratteri venivano “assemblati” per essere poi spediti nel mondo. Un’atmosfera che richiamasse un po’ una realtà distopica. I manichini appesi intorno alla location rafforzano anche il concetto del brano e rimarcano le domande che emergono dallo stesso “vado bene così?”, “vuoi che io cambi?” “Come mi vuoi”? Il tutto accompagnato da una performance sfacciata e feroce con tratti deliranti in rappresentanza della condizione di un individuo che pur se costretto nella questione, sfrutta la sua rabbia per elevarsi rispetto a essa”».