Nessun errore umano tra le cause dell'incendio che il 7 maggio scorso ha portato al sequestro dell'Altoforno 1, ma una procedura che per la procura di Taranto mette a rischio la sicurezza dei lavori. È l'ulteriore dato che emerge dai nuovi documenti dell'inchiesta avviata dagli inquirenti dopo il rogo nell'impianto che portò addirittura a uno scontro tra il ministro Adolfo Urso e la magistratura tarantina. Dalle carte dell'inchiesta spunta, infatti, la ricostruzione fatta dalla società Paul Wurth per conto dell'azienda che individua tra le concause di quell'incidente rilevante anche l'errore di uno dei lavoratori. Nel dettaglio l'azienda spiega che «l'evento si sarebbe manifestato in quelle proporzioni a causa di un errore umano, in quanto l'operatore addetto non ha attivato la "chiave di minimo vento” che avrebbe ridotto rapidamente la pressione interna e limitato i danni. Invece - aggiunge Acciaierie d'Italia in As - l'operatore avrebbe attivato la riduzione manuale del “vento” tramite "valvola Snort" e comunque con ritardo rispetto alle procedure previste»...
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