Sabato 06 Settembre 2025 | 11:22

Colloquio «proficuo» tra Urso ed Emiliano sull'accordo per l'ex Ilva di Taranto

 
Redazione Primo Piano

Reporter:

Redazione Primo Piano

«Tragedia sfiorata all'Acciaieria 2 dell'ex Ilva di Taranto»

L'ex Ilva di Taranto

Incontro con tutti gli attori interessati mercoledì 25 giugno

Giovedì 19 Giugno 2025, 20:23

20 Giugno 2025, 07:59

Un’intesa «urgente e imprescindibile» per tenere accese le luci sull'ex Ilva. È così che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy definisce l'accordo di programma interistituzionale predisposto insieme al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, tappa fondamentale per ottenere la nuova Autorizzazione integrata ambientale e avviare il percorso di piena decarbonizzazione dell’acciaieria di Taranto. Un passaggio chiave in una delle fasi più delicate per lo stabilimento, fermo a un solo altoforno (il numero 4) e a una sola acciaieria (la 1), scenario che ha già innescato una nuova impennata nella richiesta di cassa integrazione.

Il Mimit chiarisce che si tratta di una procedura distinta dall’accordo di programma ex art. 252-bis del Codice dell’Ambiente, che potrà essere attivato solo in un secondo momento, con un progetto industriale concreto e l’ingresso di un investitore. In considerazione del giudizio pendente al Tribunale di Milano, l’accordo interistituzionale è ora lo strumento per garantire continuità produttiva e rispetto degli impegni ambientali.
Nel frattempo è stato fissato per martedì 25 giugno alle ore 11 il confronto tra il Ministero del Lavoro e i sindacati, in presenza e da remoto, per discutere la nuova richiesta di cassa integrazione presentata da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria. La domanda punta a estendere la Cigs da 3.062 a 4.050 lavoratori, con un impatto significativo su Taranto, dove il provvedimento coinvolgerebbe 3.500 dipendenti.

L’altro ieri il ministro Adolfo Urso ha illustrato al nuovo sindaco di Taranto, Piero Bitetti, la bozza dell’accordo (ai sensi dell’art. 29-quater del D.Lgs. 152/2006), che definisce i pilastri del piano per la transizione dell’impianto verso la produzione green. Il documento individua quattro scenari tra il 2026 e il 2039, con una produzione stabile a 6 milioni di tonnellate l’anno e un graduale passaggio dagli altiforni ai forni elettrici alimentati da preridotto (DRI), affiancati da sistemi per la cattura e lo stoccaggio della CO2. Bitetti, pur aprendo al confronto, ha espresso perplessità su un piano «privo di solide garanzie economiche e ambientali e di qualsiasi riferimento all’utilizzo di fonti rinnovabili».
Per supportare la transizione industriale, il governo prevede infrastrutture strategiche: una nave rigassificatrice ormeggiata al porto di Taranto con una capacità annua di 1 miliardo di metri cubi di metano, un gasdotto di 9 chilometri che collegherà il terminal agli impianti e un impianto galleggiante di desalinizzazione in grado di produrre 110mila metri cubi d’acqua al giorno, necessario anche in caso di siccità o crisi idriche.

Ieri il ministro Urso, ha avuto un lungo, cordiale e proficuo incontro in videoconferenza con il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, durante il quale - alla presenza dei tecnici delle rispettive Amministrazioni - sono stati approfonditi tutti gli aspetti della bozza accordo di programma interistituzionale per il polo siderurgico di Taranto. Il confronto nel merito proseguirà nelle prossime ore anche con gli altri soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti, con l’obiettivo di arrivare a un incontro con tutti gli attori interessati per la giornata di mercoledì 25 giugno.

La partita resta aperta sul fronte degli investitori, con Baku Steel in prima fila, seguito da Jindal e Bedrock. Ma il nodo resta l’Aia: senza autorizzazione ambientale, non si possono chiudere intese né trasferire asset, alcuni dei quali ancora sotto sequestro giudiziario. La situazione è sempre più difficile da decifrare: c'è preoccupazione tra gli operai e i sindacati continuano a invocare la nazionalizzazione della fabbrica. «Altrimenti, il destino - ha avvertito il leader della Uilm Rocco Palombella - è infausto, già segnato». Bitetti deve fare i conti con l’alleato Europa Verde/AVS che ieri ha attaccato Urso, sull'accordo di programma interistituzionale relativo all’ex Ilva, definendolo una «manovra di propaganda» perché si racconta «una favola industriale fatta di impianti DRI, rigassificatori e dissalatori». Il comunicato denuncia assenza di trasparenza, mancata considerazione del parere dell’Istituto Superiore di Sanità e la conferma dell’uso del carbone per altri 14 anni, con produzioni fino a 6 milioni di tonnellate. Critiche anche contro il progetto del rigassificatore nel porto di Taranto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)