TARANTO - «Non posso dire, considerato il mio ruolo, quale preferisca tra le domande pervenute per realizzare l’eolico offshore, ma di certo mi aspettavo che arrivasse la candidatura di Taranto e mi ha fatto piacere che sia stata presentata in tandem con il porto di Brindisi. Questo dimostra che esiste una realtà in grado di portare avanti un disegno comune per questo grande progetto del Governo previsto dal decreto Energia». Firmato Gilberto Pichetto Fratin (Forza Italia), ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ieri pomeriggio a Taranto in visita all’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio. Presenti, oltre alla candidata forzista al Parlamento europeo, Laura De Mola, i deputati pugliesi di FI, Mauro D’Attis, Vito De Palma e il consigliere regionale tarantino, Massimiliano Di Cuia. In particolare, il decreto a cui fa riferimento Pichetto Fratin prevede che nel Sud possano essere selezionati due siti portuali per ospitare impianti eolici offshore «ovvero in alto mare, in modo – assicura il ministro dell’Ambiente – da non compromettere gli aspetti paesaggistici e lo skyline delle nostre coste».
In realtà, il tema dello sviluppo del porto si intreccia inevitabilmente con quello delle bonifiche. Sul punto, il ministro afferma: «Abbiamo nominato un commissario che ha un mandato ben preciso da portare a termine». E quando gli si fa notare che Vito Felice Uricchio avrebbe bisogno di maggiori risorse finanziarie a disposizione, Pichetto Fratin si ferma un attimo, scuote il capo e sorridendo ribatte: «Tutti avremmo bisogno di più risorse».
A proposito, invece, della grande questione ambientale dell’area ionica, Pichetto Fratin ribadisce che la decarbonizzazione dell’ex Ilva «non riguarda solo Taranto, ma è una vicenda nazionale. Ed è una sfida che dobbiamo vincere a tutti i costi. Nella disponibilità del mio ministero c’è il miliardo di euro del Dri (il progetto per il preridotto per arrivare poi ai forni elettrici in fabbrica, ndr), Dunque, stiamo seguendo, da vicino, una questione che, ripeto, è di interesse nazionale. L’Italia – insiste il ministro – è il secondo produttore d’acciaio d’Europa. Per questa ragione, rimanere senza acciaio, senza l’acciaio moderno, diventerebbe un problema serio. Dobbiamo, quindi, andare avanti in modo spedito visto che questo è il percorso da seguire. Un percorso che, progressivamente, ci porterà – osserva il ministro - alla neutralità rispetto alle emissioni di carbone».
Infine, uno sguardo alle politiche europee al centro di questa campagna elettorale giunta quasi alle battute finali: «La nostra idea è che il Green deal vada gestito. Dev’essere realistico, favorendo una transizione per raggiunge la neutralità climatica entro il 2050. L’obiettivo è quello di mantenere la temperatura terrestre secondo l’accordo di Parigi, ma anche quello di passare alle rinnovabili e alle energie pulite e, infine, di ribaltare il rapporto sull’attuale utilizzo di fonti fossili per la produzione di energia elettrica», conclude Pichetto Fratin (che poi ritorna anche sulla necessità di puntare su piccoli reattori nucleari).
I deputati azzurri D’Attis e De Palma sottolineano inoltre la loro azione parlamentare che sta portando ad una nuova perimetrazione delle aree Sin di Brindisi e Taranto «per liberare zone che erano parcheggiate, bloccate, da anni senza poter essere utilizzate dai proprietari».