TARANTO - Una controperizia per smentire l'aumento di tumori a Taranto collegati alle emissioni dell'ex Ilva. Comincia col botto la battaglia legale tra difesa e accusa nel processo di secondo grado “Ambiente svenduto” che ieri ha celebrato la prima udienza di fronte alla corte d'assise d'appello presieduta dal giudice Antonio Del Coco e a latere Ugo bassi.
Dopo la costituzione delle parti, è giunta la notizia del deposito il 3 aprile scorso di una nota tecnica a firma dei consulenti epidemiologi Francesco Saverio Violante, docente universitario e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro a Bologna, che insieme a Marco Novelli ha firmato una relazione per conto della della difesa dei Riva per evidenziare gli errori contenuti nella perizia epidemiologica che diede il via all'inchiesta che portò nel 2012 al sequestro degli impianti dell'area a caldo.
Secondo Violante, gli epidemiologi nominati allora dal gip Patrizia Todisco per condurre l'analisi su una coorte composta da circa 300mila cittadini residenti a Taranto, Statte, e Massafra e valutare, statisticamente, la presenza di una correlazione tra l’esposizione alle emissioni industriali ed eventuali effetti nocivi per la salute dei soggetti della coorte in termini di effetti acuti e cronici, hanno lavorato su una serie di dati errati. Per redigere quell'elaborato i periti acquisirono infatti i dati anagrafici dei cittadini nel periodo compreso tra gennaio 1998 e dicembre 2008 e li misero in correlazione con i dati, ottenuti dall’azienda sanitaria relativi alla mortalità, ai ricoveri avvenuti nello stesso periodo e infine con i dati relativi all’esposizione agli inquinanti. Al termine di questa nuovo analisi...