Il governo corre in soccorso delle imprese e dei lavoratori dell’indotto Ilva, approvando un decreto ad hoc.
Ci sono misure per i crediti vantati dalle imprese dell’indotto - con però la rilevante esclusione delle grandi aziende - e viene prevista l’integrazione salariale per i lavoratori finiti in cassa integrazione. Ad una prima lettura, però, i meccanismi individuati paiono non capaci di dispiegare effetti concreti, anche e soprattutto vista l'assenza di attivo da parte di Acciaierie d'Italia e dunque l'inutilità della prevista prededuzione.
Il decreto si applica in caso di ammissione all’amministrazione straordinaria delle imprese che gestiscono siti produttivi strategici, previsione che sembra ritagliata su misura su Acciaierie d'Italia per la quale Invitalia ha avviato la procedura di ammissione all'amministrazione straordinaria.
Il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge, per tutelare le aziende creditrici dell’indotto ex Ilva. Il dl, secondo quanto si apprende, si compone di cinque articoli. Si va dalle misure per agevolare l'accesso al Fondo di garanzia Pmi, alle disposizioni per contenere i tassi di interesse sui finanziamenti.
L’articolo 3 stabilisce la pre-deducibilità assoluta dei crediti delle imprese dell’indotto o degli istituti finanziari che li hanno acquistati, riferiti a prestazioni rese senza soluzione di continuità fino alla data in cui è disposta l'amministrazione straordinaria.
Previste anche altre misure per la cassa integrazione.