TARANTO - I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti annunciano per il 14 dicembre, dinanzi alla Prefettura di Taranto, un sit-in di protesta dei lavoratori ex Tct (Taranto container terminal) iscritti alla Taranto Port Workers Agency, che rischiano di perdere ogni fonte di reddito dopo che non è stato incluso nel decreto Anticipi l’emendamento proposto per estendere per altri due anni la copertura finanziaria dell’Agenzia del lavoro portuale.
I sindacati hanno dichiarato lo stato di agitazione con richiesta di attivazione di procedura di raffreddamento per «mancato sviluppo dei traffici; mancato rispetto degli impegni assunti in materia occupazionale e sicurezza». L’Agenzia del lavoro portuale, che gestisce 338 lavoratori provenienti da Taranto Container Terminal, rischia di terminare la sua attività economicamente entro la fine dell’anno. Inoltre, è incerto il futuro dell’erogazione dell’Indennità di Mancato Avviamento (Ima), la cassa integrazione per i lavoratori ex Tct, dopo il 2023. In una lettera al prefetto, le organizzazioni sindacali sottolineano di essere impegnate da mesi «nella proroga dello strumento normativo, di politica attiva del lavoro, che negli anni ha faticosamente garantito la salvaguardia occupazionale e salariale per i lavoratori portuali risultati in esubero in seguito alla liquidazione nel 2016 della Taranto Container Terminal spa, concessionaria ex art 18 L 84/94 del Molo Polisettoriale del Porto di Taranto».
Ma ad oggi «nessuno strumento o previsione normativa è stato messo in campo dal Governo al fine di tutelare ulteriormente queste 338 famiglie che a partire dal 31 dicembre 2023, in assenza di interventi reali, rimarranno prive di ogni forma di reddito».